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La mafia dei boschi che devasta la Sila

REGGIO CALABRIA Ditte boschive «compiacenti e senza scrupoli», tecnici al soldo della «mafia dei boschi», incendi devastanti e tagli di alberti abusivi. Stanno uccidendo i boschi della Sila, tra Lo…

Pubblicato il: 10/07/2012 – 13:37
La mafia dei boschi che devasta la Sila

REGGIO CALABRIA Ditte boschive «compiacenti e senza scrupoli», tecnici al soldo della «mafia dei boschi», incendi devastanti e tagli di alberti abusivi. Stanno uccidendo i boschi della Sila, tra Longobucco, Acri, Spezzano della Sila e San Giovanni in Fiore, «devastando la preziosa flora e la straordinaria fauna di questi territori».
La denuncia è stata avanzata in una interrogazione presentata al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e all’assessore regionale all’Agricoltura, foreste e forestazione Michele Trematerra.  Primo firmatario è il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione insieme ai colleghi Bruno Censore, Antonino De Gaetano, Enzo Ciconte, Rosario Mirabelli, Mimmo Talarico e Ferdinando Aiello.
«Da recenti rapporti del Corpo Forestale dello Stato – affermano i sette consiglieri regionali – si è appreso che sarebbero migliaia gli alberi tagliati indiscriminatamente, senza alcuna autorizzazione o prescrizione di legge, per soddisfare le esigenze del cosiddetto “mercato del legname”. Tale “mercato”, da quanto emerge da alcuni rapporti giudiziari scaturiti dall’apertura di appositi fascicoli d’indagine da parte di alcune Procure della Repubblica che avrebbero già individuato le possibili ipotesi di reato, sarebbe in gran parte illegale e clandestino e potrebbe essere gestito dalla criminalità organizzata, che ne ricava enormi profitti tanto che alcune intimidazioni e minacce compiute contro alcuni amministratori locali e, negli anni scorsi, contro lo stesso comandante del Corpo forestale dello Stato, potrebbero avere la stessa matrice».
«Nei giorni scorsi – si legge ancora nell’interrogazione – un gruppo di associazioni naturalistiche regionali e nazionali (Altura, Arci, Enpa, Italia Nostra, Lipu, Man, Wwf, Cnp e Gettini di Vitalba) ha denunciato con forza “i continui scempi perpetrati anche all`interno di aree protette ai danni dell`ingente e prezioso patrimonio forestale come, in particolare, nel Parco Nazionale della Sila“.  Nuovi tagli forestali intensi, irrazionali e illegali, che hanno messo a nudo il manto vegetale, causando danni rilevanti all`ecosistema, (con conseguente rischio di dissesto idrogeologico), oltre che al paesaggio montano, sono stati denunciati nei giorni scorsi dagli uomini del Corpo forestale dello Stato. Così facendo si stanno mettendo a serio repentaglio habitat unici ed insostituibili per la fauna più importante del Parco, senza contare il grave danno arrecato al paesaggio. In conseguenza di ciò, in tutta l’area compresa all’interno del Parco nazionale della Sila, è notevolmente aumentato il traffico pesante su gomma con il transito continuo di un gran numero di tir/camion carichi di grossi tronchi di alberi che percorrono ogni giorno a velocità sostenuta la Strada Provinciale 51, che collega la Sila, passando da Trepidò e Cotronei, alla statale 107». Intollerabile, tanto più se si pensa che «il Parco nazionale è stato inserito recentemente nella lista propositiva dei siti naturalistici mondiali per il il patrimonio mondiale dell’umanità di cui fanno parte quei siti che gli Stati proponenti ritengono di eccezionale valore universale e, quindi, adatti per il successivo inserimento nella “World Heritage List” dell’Unesco». Un intervento, quello dei consiglieri regionali, che serve a dare forza alle denunce di sindaci e amministratori locali e dei vertici del Corpo forestale dello Stato «che hanno evidenziato a più riprese il progressivo e devastante disboscamento di tutto il territorio silano». I consiglieri, infine, chiedono a Scopelliti e Trematerra «quali iniziative intendano assumere per rafforzare le attività d’indagine, di protezione, prevenzione e repressione dei fenomeni illegali in relazione al taglio abusivo e clandestino di migliaia di ettari di bosco che stanno impoverendo e saccheggiando l’inestimabile patrimonio silano e di disporre il definitivo divieto di transito di tir e camion sulla strada provinciale 51».

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