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Lo sfogo di Scopelliti: «Pronto a dimettermi»

LAMEZIA TERME A metà tra l’ira e l’angoscia, lunedì scorso, poco prima della riunione del consiglio regionale, Peppe Scopelliti si è lasciato andare con i suoi fedelissimi di Nuovo centrodestra: «N…

Pubblicato il: 19/02/2014 – 8:00
Lo sfogo di Scopelliti: «Pronto a dimettermi»

LAMEZIA TERME A metà tra l’ira e l’angoscia, lunedì scorso, poco prima della riunione del consiglio regionale, Peppe Scopelliti si è lasciato andare con i suoi fedelissimi di Nuovo centrodestra: «Non è possibile che ogni cosa negativa venga addebitata a me. Forza Italia minaccia di lasciare la maggioranza? Che lo facciano pure se hanno il coraggio. Io non ne posso più. E sia chiaro che se mi dimetto, questi vanno tutti a casa». Chi lo conosce bene assicura che si è trattato più di uno «sfogo», dettato dalla tensione accumulata in queste ultime settimane, che di un’intenzione reale. A spaventarlo e agitarlo c’è l’ennesima grana giudiziaria, la richiesta, avanzata dai pm, di condanna a cinque anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici nell’ambito del “processo Fallara” dove è imputato per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Il governatore sa bene che in caso di condanna scatterebbe per lui, secondo quanto previsto dalla legge Severino, la sospensione dall’incarico di presidente della Regione e per questo vorrebbe la «massima coesione» all’interno del centrodestra calabrese. Due cose in particolare non gli sono andate giù: l’atteggiamento dei berluscones «che ad altro non mirano se non a qualche assessorato in più» ma anche la «mancata solidarietà» di alleati e avversari politici rispetto alle ultime minacce di cui lui ha dichiarato di essere rimasto vittima. E poi l’atteggiamento delle forze politiche in ordine all’emergenza rifiuti scoppiata in Calabria: «È un problema che si trascina da decenni e ora vogliono far passare che è solo colpa mia e di Pugliano. Come è possibile accettare tutto ciò?». Infine, last but not least, la proroga dello scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria per «contiguità con la ’ndrangheta» decisa dal Consiglio dei ministri. Una scelta, quella di Palazzo Chigi, che fa slittare il voto in autunno e fa saltare i piani del governatore che puntava molto su un election day (europee e amministrative) in riva allo Stretto.
Preso atto della situazione, il capogruppo di Ncd a Palazzo Campanella, Gianpaolo Chiappetta, si è messo subito al lavoro per redigere un documento (da far sottoscrivere all’intera maggioranza) in cui viene ribadito pieno appoggio a Scopelliti , l’invito a proseguire sulla strada delle riforme in modo da «concludere al meglio» la legislatura e, soprattutto, piena convinzione «nella linearità di comportamenti» che hanno da sempre contraddistinto il suo agire in politica. Scontata l’adesione della pattuglia di Ncd e dell’Udc, restano da capire le intenzioni dei rappresentanti di Forza Italia. Quest’ultimi sono sempre convinti dell’idea che vada «rivista qualcosa negli assetti di governo».
Così si prosegue a strappi, tra lo sconforto e la voglia che pure resta di riprendere il cammino. Qualcosa in più si potrebbe sapere già domani, quando la maggioranza dovrebbe riunirsi per un faccia a faccia decisivo per il rilancio dell`attività amministrativa. A Scopelliti, in ogni caso, toccherà la gestione del futuro. Sempre che dalle stanze del Cedir di Reggio Calabria non arrivi quella doccia fredda tanto temuta e che lo sta «stressando così tanto» da far vacillare ogni certezza.

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