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Biografia (semi)seria di Peppe

Giuseppe Scopelliti nasce a Predappio, da una relazione extraconiugale tra Galeazzo Ciano, Franco e Ciccio (e non Ciccio Franco, come si evince dalle biografie di regime), una palla da baseball ed …

Pubblicato il: 19/04/2014 – 17:51
Biografia (semi)seria di Peppe

Giuseppe Scopelliti nasce a Predappio, da una relazione extraconiugale tra Galeazzo Ciano, Franco e Ciccio (e non Ciccio Franco, come si evince dalle biografie di regime), una palla da baseball ed i Quattro più Quattro di Nora Orlandi. A 5 anni, impatta frontalmente sul Fronte della Gioventù, appena rosolata ma lungi dall`essere bruciata. Non ancora adolescente, aderisce all`Msi, credendo che si tratti del partito di Giorgio Almirante. Quando scopre che l`Msi, in realtà, è il partito di Natino Aloi, subisce uno smottamento psichico, i cui danni, insistono lungo tutto lo Stretto di Messina che, a quel punto, non può che intitolarsi (Dis)stretto sanitario di Peppe. Di qui l`ansia di sterminio degli ospedali ebraico calabri che si dispiegherà, attraverso sforzi e Tavoli Massicci, nel corso dell`epopea scopellitiana, nota, ai più, come “Il tempo delle more”, di minoreitanesca memoria. “Una chitarra e cento illusioni”, arriverà più tardi. In tempi antecedenti ed ampiamente sospetti, la creatura mitologica, metà Italuzzo Balbo e metà Albertino (fratello minore di Linus dj), cresce sano e balillato, al Papirus. La superficie corporea di Peppe confina a nord con Cesano Boscone ed a sud con Serra San Bruno. Grazie a questa singolare caratteristica, sarà tramandato ai posteri come Biancanevenera ed i sette nani di Palazzotto Alemanni. Il film che segnerà la sua vita è “Sangue e Arena”, nel senso di Demetrio. Storia di toreri incornati dalla bovina Annamaria, Cancellierata, a sua volta. Trattasi di tegola, pardon, di Tegano in testa, mica da ridere. Peppe, l`ardimentoso, non (boia chi) molla, nemmeno quando un tribunale lottacontinuista, lo inChiappetta, e non nel senso di Gianpaolo. Il nostro impavido eroe, grida “all`armi, siam fascisti, terror dei rosybindisti”! E suona la carica per altrettanti cameragni che, però, battono ritirata. Cosicché da figlio della lupa, Peppe si traduce in figlioccio di Lupi (quello che balla con gli omonimi) e di Angelino, l`analfanobetico. Da camerata a monocamerale. A chi il gratta e perdivinci per Strasburgo? A noi! Gino Trematerra, colpito da sisma, in virtù di un cognome profetico e sfigato, impreca: Udc, Udc, che vuol dire, testualmente, «U diavulu, cazzarola!». C`è pure il Cesa che non cessa. Cavoli amari più che cavoletti di Bruxelles. A meno che Forza Italia calabra, che ha schierato alle europee, il festival degli sconosciuti, non inciuci con Peppone nostro. In cambio di cosa, è molto facile intuire. Sotto a chi tocca!

*Conduttrice trasmissione televisiva “Perfidia”

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