LAMEZIA TERME Oltre tre ore di discussione per approvare due ordini del giorno: il primo per esprimere «il più sincero apprezzamento al presidente Berlusconi» dopo l`approvazione del Piano per il Sud; il secondo per dare mandato alla deputazione regionale e nazionale del partito a premere sull`acceleratore e spingere il governo ad assumere misure di sostegno al porto di Gioia Tauro e alla rete delle infrastrutture (in primis il completamento della Salerno-Reggio Calabria). Chi si aspettava azioni decisive dalla riunione del coordinamento calabrese del Pdl è rimasto deluso. Si è trattato più che altro di un vertice balneare (presente la stragrande maggioranza dei parlamentari e dei consiglieri regionali) che è servito per tracciare un bilancio delle cose fatte e di quelle da realizzare alla ripresa dalla pausa estiva.
Certo, dire che è filato tutto liscio non corrisponderebbe al vero. I malumori ci sono e sono affiorati, anche se con moderata evidenza. Le ferie agostane serviranno per affilare le lame in vista dei duelli autunnali. Mancava Pino Galati, e questa sì, che è un`assenza di peso. Il deputato lametino è davvero deluso dopo la mancata nomina (nonostante la promessa pubblica fattagli dal Cavaliere a Crotone) a sottosegretario. Si vocifera che per lui sia pronta la poltrona da numero uno del partito ma anche qui ci sarà da sudare perché prima bisogna vincere la partita del congresso regionale.
I temi più spinosi sono stati trattati a porte chiuse, lontano da orecchie indiscrete. Chi c`era racconta di una lunga invettiva del governatore Peppe Scopelliti contro «certa stampa che mira a destabilizzare l`ordine delle cose», oscurando il lavoro di giunta e consiglio regionale. Da qui l`invito a «pubblicizzare bene» quanto viene prodotto dagli assessori e dal loro presidente.
Il resto è stato una discussione abbastanza sterile in cui sia Scopelliti che il suo vicario e sottosegretario all`Economia, Tonino Gentile, hanno più volte ribadito di «godere dell`ammirazione» del segretario Angelino Alfano e del presidente Silvio Berlusconi. Gli unici interventi “fuori dal coro” quelli del deputato reggino Nino Foti, del presidente della Provincia di Reggio Calabria Peppe Raffa, e del vicepresidente del consiglio regionale Alessandro Nicolò (in comune hanno un passato di militanza in Forza Italia). I primi due avrebbero rilevato la necessità di «invertire la rotta» e arrivare a sciogliere il nodo del doppio incarico (istituzionale e politico) che attualmente ricoprono Scopelliti e Gentile; Nicolò avrebbe rimarcato la necessità di procedere con i congressi per radicare ulteriormente il partito sul territorio. Altro punto di scontro quello relativo alla lista del presidente. A quanto è dato sapere, Foti e Raffa avrebbero chiesto a chiare lettere di «procedere allo scioglimento» della lista “Scopelliti Presidente” e arrivare alla creazione di un unico gruppo a Palazzo Campanella. Agli osservatori presenti a Lamezia Terme non è sfuggita la presenza dei vari Bilardi, Pugliano, Grillo e Imbalzano. «A quale titolo sono presenti qui?» è la battuta strappata a denti stretti a uno dei parlamentari presenti.
«La lista “Scopelliti Presidente” – spiegherà il governatore al termine dei lavori, nel corso di una conferenza stampa – è nata per intercettare spezzoni del centrosinistra delusi dai partiti di riferimento di quella coalizione e che non voterebbero per il Pdl. Il nostro è un movimento che sta crescendo. Diamo fastidio a molti, compresi alcuni giornalisti». E qui arriviamo allo show finale (in pieno stile berlusconiano) di Scopelliti davanti a microfoni e taccuini. Oltre trenta minuti di monologo per spiegare che il Pdl calabrese è «unito e coeso» al suo interno. Chi vede difficoltà e divisioni «non è in buona fede e noi ce ne freghiamo di chi scrive stronzate». L`attacco ai giornalisti “scomodi” è un crescendo rossiniano: «Mi riferiscono che io voglia procedere a un rimpasto di giunta. Non è vero: chi scrive questo lo fa sapendo di mentire. Il mio rapporto con gli assessori Mancini e Caridi è ottimo. A questo proposito vi annuncio che il primo ottobre a Cosenza faremo una grossa manifestazione sul tema della governabilità: vogliamo dire alle lobby e alle varie `ndranghete che è nostra intenzione portare a termine il mandato affidatoci dagli elettori». Corposo il capitolo dedicato ai rapporti con i vertici nazionali del suo partito: «Quattro giorni dopo le ultime elezioni mi sono presentato a Roma per lasciare la guida del partito. A quel punto è intervenuto Denis Verdini e mi ha detto: “Ti prego, non lo fare”. Quel gesto mi ha fatto capire che non potevo sottrarmi alle mie responsabilità. In ogni caso, se Alfano dovesse chiedermelo, sono pronto a farmi da parte». Le ultime battute sono dedicate ai rapporti con i partiti del terzo polo: «Con l`Udc abbiamo un`alleanza solida. Con Api abbiamo avviato una collaborazione positiva. Residua Fli, che in Calabria tende allo zero. Io, preferisco parlare con i vertici romani di quel partito e non con quelli calabresi che non contano molto». Chissà cosa sarebbe successo se l`avesse ascoltato Angela Napoli. Che, puntualmente, a stretto giro, ha replicato alle bordate del governatore («Fli in Calabria tende allo zero. Io, ho un contatto diretto con i vertici nazionali di questo partito e parlo con loro in ottica della costruzione di una casa dei moderati»). La coordinatrice calabrese di Fli le ha così chiosate: «Dopo le dichiarazioni di oggi di Scopelliti su Fli in Calabria, è bene che sappia che è del tutto inutile che tenti di parlare con i vertici romani di Fli, perché questi non fanno nulla che non sia condiviso dai vertici calabresi. Altro se contiamo, caro Scopelliti: rassegnati».
x
x