Scopelliti parla di `ndrangheta Ma solo con gli amici
«`Ndrangheta, il primo passo è parlarne». Certo, come no: ma solo con gli amici. È la particolarissima visione dell`antimafia che ha dimostrato di avere l`attuale presidente della Regione Calabria, v…

«`Ndrangheta, il primo passo è parlarne». Certo, come no: ma solo con gli amici. È la particolarissima visione dell`antimafia che ha dimostrato di avere l`attuale presidente della Regione Calabria, volato a Milano per la presentazione del “Museo della `ndrangheta”.
Ma andiamo con ordine. Giuseppe Scopelliti è stato innanzitutto protagonista di un intervento sul palco che è apparso – come dire? – deboluccio sul piano dei contenuti. Stavolta, però, lo stanco ritornello della «classe dirigente giovane» è stato accompagnato dai primi scricchiolii del ragionamento azzardato da Scopelliti. Un discorso che, sotto il peso dell`evidenza, non poteva non tener conto dell`arresto per mafia, nell`ultimo anno, di due consiglieri regionali del Pdl: Santi Zappalà e Franco Morelli. «Qualche errore personale»: il presidente della Regione ha liquidato così il terremoto giudiziario che sta scuotendo dalle fondamenta Palazzo Campanella, al netto delle numerose inchieste che, nelle Dda di tutta Italia, riguardano esponenti di primo piano del cosiddetto “Modello Reggio”.
Esaurito il suo intervento, Scopelliti si è negato ai giornalisti del Fatto Quotidiano che avrebbero voluto porgli alcune domande sui rapporti tra `ndrangheta e politica e, soprattutto, su alcune vicende che lo riguardano da vicino. Un atteggiamento di chiusura legittimo ma non certo sorprendente: d`altronde, l`inquilino di Palazzo Alemanni ha chiarito da tempo quale sia la sua idea di democrazia e di pluralismo dell`informazione, scagliandosi contro «l`apertura di nuovi giornali in una regione in cui si legge poco come la Calabria» e contro «quei quotidiani che perdono 700mila euro l`anno». Prima ancora, aveva illustrato la sua idea di libertà di manifestazione del pensiero definendo «cialtroni» e «componenti di una cricca» gli inviati di Sole 24 Ore, La Stampa e Fatto Quotidiano.
A Scopelliti, ieri, i giornalisti del Fatto avrebbero voluto porre alcune domande che non hanno trovato risposta: il presidente della Regione ha preferito aprir bocca solo davanti ai microfoni più accomodanti di mamma Rai. Così, i colleghi a cui è stata negata l`intervista hanno pensato bene di lasciare, sul loro sito, un promemoria con sette quesiti (clicca qui), che gli rivolgiamo anche noi.
1) Due consiglieri regionali eletti nelle sue liste, Zappalà (arrestato perché andava a chiedere voti al boss Pelle) e Morelli (socio in affari con la famiglia Lampada), sono stati arrestati per rapporti con la mafia. Lei era ed è anche coordinatore regionale del Pdl, sceglieva uomini e formava liste. Dove ha sbagliato e perché?
2) Riguardo all’onorevole Zappalà, in una recente dichiarazione lei ha detto che non sapeva, non immaginava, che bisognerebbe buttare la chiave della cella dove è rinchiuso. In una lettera aperta, la moglie di Zappalà la invita a guardare «alle travi conficcate negli occhi di tante persone che vagano nei territori della politica senza che nessuno decida, non dirò di gettare le chiavi, ma di usarne per fare uscire gli odori malsani che vi stazionano».
3) Cinque pentiti, in circostanze di tempo e in occasioni processuali diverse, parlano degli appoggi elettorali delle cosche per le sue campagne elettorali. Cosa risponde?
4) Paolo Martino, ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, un boss di ‘ndrangheta, dice di averla incontrata a Milano qualche anno fa per aiutarla a stabilire contatti con Lele Mora.
5) È vero che la sede del suo comitato elettorale nel 2007, quando era candidato a sindaco di Reggio Calabria, le fu offerta gratuitamente da Gioacchino Campolo, il re dei videopoker, oggi in galera?
6) Cosa ci può dire del buco di bilancio da 170 milioni di euro scoperto dalla Procura di Reggio e dagli ispettori del ministero del Tesoro, e del suicidio della superconsulente dottoressa Orsola Fallara?
7) Pensa davvero che la politica e le istituzioni in Calabria siano pienamente libere da influenze mafiose e che i casi Zappalà e Morelli siano casi isolati?