REGGIO CALABRIA Lo sciopero dei dipendenti della Leonia è terminato sabato notte, ma a Reggio la situazione rifiuti rimane ancora drammatica. I mezzi di raccolta sono dislocati in tutte le zone della città, gli operai lavorano a un ritmo frenetico, ma nonostante la grande mobilitazione molti quartieri sono ancora invasi da montagne di spazzatura.
Martedì gli operatori della società che gestisce i servizi di igiene urbana avevano deciso di incrociare le braccia per protestare contro i ritardi nei pagamenti degli stipendi. Di colpo, la città si è ritrovata a vivere una situazione igienico-sanitaria allarmante. Dopo solo quattro giorni di protesta, Reggio è diventata come la Napoli dell’emergenza rifiuti, con cumuli altissimi di monnezza sui marciapiedi, cassonetti incendiati, olezzi nauseabondi e ratti di ogni grandezza per le strade. I servizi essenziali sono stati garantiti solo vicino a ospedali, carceri e mercati. Lo sciopero è stato un atto spontaneo dei 320 lavoratori della Leonia, esasperati per i ritardi che l’azienda operava sistematicamente nella liquidazione delle mensilità.
Ancora oggi però il quadro sembra critico, soprattutto alla periferia nord della città. In via Enotria i sacchetti di spazzatura sono alti al punto da coprire gli stessi cassonetti. A pochi metri da un cumulo imponente e dai suoi miasmi mefitici, un fruttivendolo espone con rassegnazione la sua merce. Non c’è nemmeno un cliente. Qui gli autocompattatori della Leonia non sono ancora arrivati. È, in effetti, una corsa contro il tempo per cercare di riportare la città a una situazione ordinaria. Impresa ardua, considerata la mole di rifiuti da rimuovere, e così le stesse scene si vedono in piazza Caduti senza croce e in via Santa Caterina, dove centinaia di sacchetti campeggiano drammaticamente davanti a frequentatissimi negozi e supermercati affollati. «Fotografate, fotografate – esorta adirato un passante -, sbattete le foto in faccia a Scopelliti!».
In centro non va meglio. La prima cosa che colpisce attraversando via Vittorio Veneto è il puzzo ributtante del percolato, anche se qui i cassonetti sono stati già svuotati. Anche corso Garibaldi, il salotto della città, non è stato risparmiato dall’invasione della mundizza. Le luci dello shopping accanto al disastro dei servizi minimi. Lungo le vie, è una sequenza impressionante di sacchi neri enormi, di buste di plastica di ogni specie, di bottiglie, cartoni, assi di legno, infissi, televisori. Anche i contenitori destinati alla raccolta della carta tracimano di rifiuti indifferenziati. Le cartacce e la sporcizia trasformano l’elegante via Aschenez in una zona abbandonata e vittima del degrado urbano. La centralissima scuola media Spanò-Bolani è sovrastata da una fitta cortina di immondizia.
Ormai però è questione di giorni, il pericolo di un’emergenza “di sistema” sembra scongiurato. Sabato notte, in una riunione nella sede della Leonia alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori e dei delegati di Comune e Prefettura, si è raggiunto un accordo che prevede il pagamento dello stipendio di novembre entro il 19 dicembre e per fine mese la liquidazione della tredicesima. Già questa mattina la società ha versato gli emolumenti di ottobre. Tanto è bastato per bloccare uno sciopero che rischiava di mettere in ginocchio una città che per quattro giorni è stata travolta dai rifiuti. Più che “Modello Reggio”, una discarica modello.
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