MOTTA SAN GIOVANNI C`è grande festa e mobilitazione a Motta San Giovanni, il paese del Reggino dove Francesco Azzarà vive con i suoi familiari. Dopo la notizia della liberazione del cooperante in Paese c`è stata subito una grande mobilitazione. Le persone si sono ritrovate per strada e hanno iniziato a festeggiare. Il sindaco, Paolo Laganà, ha affermato che si tratta di «un grande regalo per Natale». All`esultanza del sindaco sono poi seguite anche quelle di moltissimi amici di Francesco che già dal suo rapimento si erano mobilitati con fiaccolate e iniziative pubbliche. «Siamo felicissimi – affermano alcuni amici di Francesco – perché questo è un grande momento di gioia. Le nostre voci sono state ascoltate e ora speriamo di poter riabbracciare presto Francesco». Il sindaco Laganà, intanto, tiene i contatti con i familiari di Francesco che si trovano a Roma. «Siamo davvero emozionati – ha detto – c`era un`attesa spasmodica e finalmente abbiamo ricevuto questa meravigliosa notizia. Siamo felicissimi. Ora attendiamo con trepidazione il ritorno di Francesco a Motta».
CAMPANE A FESTA A Motta San Giovanni la notizia della liberazione del cooperante di Emergency è stata accolta con il suono delle campane a festa. Il parroco, don Severino, è emozionato e trattiene a stento le lacrime. «In questi mesi – ha detto all`Ansa – abbiamo pregato intensamente. La liberazione di Francesco è davvero il più bel regalo di Natale». Il sacerdote preparandosi per la messa serale durante la quale, ha annunciato, «una preghiera di ringraziamento per la liberazione di Francesco».
BATTAGLIA: FELICISSIMO ll consigliere regionale Demetrio Battaglia, nato e cresciuto a Motta San Giovanni come Francesco Azzarà, avvicinato dai giornalisti a Locri dove stava svolgendo un’iniziativa politica, ha detto: «Francesco non lo ho presente. È mancato parecchio tempo da Motta. Ma io e i miei siamo grandi amici degli Azzarà e di tutti i suoi parenti. In paese ci conosciamo tutti e siamo tra noi tutti molto solidali. Abbiamo vissuto in modo corale l’esperienza dolorosa e drammatica di questi mesi. Pochi minuti fa, in modo assolutamente privato e come amico di famiglia, ho parlato con alcuni suoi parenti che erano felicissimi. Quello di oggi è il giorno della gioia che finalmente può irrompere libera per mandar via le tensioni. Piace, a me cattolico, il fatto che tutto questo sia avvenuto a ridosso di Natale, una specie di resurrezione perché per Francesco, ora lo possiamo dire, abbiamo temuto il peggio. Voglio aggiungere che sono fiero che il mio paese sia diventato un simbolo della solidarietà e del volontariato senza barriere di luogo, di razza, di colore, di continente. Sì, insomma: sono proprio felice».
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