MILANO Dovrebbe essere risentita il 20 gennaio, Denise, la figlia di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia scomparsa due anni fa a Milano e sciolta nell`acido. La giovane di 19 anni, figlia della donna vittima del caso di lupara bianca e del principale imputato, l`ex convivente Carlo Cosco, ritenuto vicino alle `ndrine del Crotonese, dovrà presentarsi in aula ed essere nuovamente interrogata, assieme agli altri testimoni già sentiti nelle scorse udienze. La Corte d`Assise di Milano presieduta dal giudice Anna Introini, il primo dicembre, dopo la nomina di Filippo Grisolia come capo di gabinetto al ministero della Giustizia, ha accolto infatti la richiesta delle difese di non mantenere valide le testimonianze a causa del cambio di composizione della Corte.
IN AULA NUOVI TESTIMONI Oggi sono stati interrogati in aula dal pm della Dda, Marcello Tatangelo, alcuni nuovi testimoni. La titolare della lavanderia dove uno degli imputati avrebbe portato a lavare un giubbotto sporco di sangue e i dipendenti di un cantiere edile dove dovrebbe essere stata torturata Lea Garofalo, in un box affittato dall`ex convivente. Denise dovrebbe tornare quindi in aula il 20 gennaio, mentre Marisa, la sorella di Lea, sarà sentita il 23. La ragazza, che si è costituita parte civile contro il padre, nelle scorse udienze aveva raccontato la sua angoscia per essere stata costretta a vivere con il presunto assassino della madre, con la paura di «fare la stessa fine della persone che più amava al mondo». Lea Garofalo, secondo le indagini, è stata uccisa a causa della sua decisione di collaborare con la giustizia e il cadavere sarebbe stato sciolto nell`acido in un terreno nel comune di San Fruttuoso, nei pressi di Monza. Accusati dell`omicidio, oltre a Carlo Cosco, sono altri cinque uomini vicini alla `ndrangheta del Crotonese.
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