LAMEZIA TERME Si è svolta nella Cattedrale di Lamezia la messa per ricordare l`omicidio del sovrintendente della polizia di Stato Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, uccisi venti anni fa in un agguato mafioso a Lamezia Terme. Alla celebrazione liturgica, presieduta dal vescovo di Lamezia Terme, monsignor Luigi Cantafora, hanno partecipato i figli e i familiari di Aversa; il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci; il questore, Vincenzo Roca; numerosi funzionari e dirigenti della polizia di Stato e rappresentanti istituzionali tra cui il sindaco, Gianni Speranza. Nella sua omelia il vescovo ha affermato che «la circostanza dell`anniversario del duplice omicidio dei coniugi Salvatore Aversa e Lucia Precenzano ravviva sicuramente tanti perché, andando forse anche ben oltre gli interrogativi su chi siano assassini e mandanti. Le indagini della giustizia umana sono legittime e doverose e molti di voi presenti siete con generosità e competenza impegnati a tutelare l`ordine pubblico con azioni sia preventive che repressive. La Chiesa italiana ha voluto recentemente ricordare, in un suo documento ufficiale, i numerosi testimoni immolatisi a causa della giustizia: magistrati, forze dell`ordine, politici, sindacalisti, imprenditori e giornalisti, uomini e donne di ogni categoria. Tra loro possiamo certamente annoverare Salvatore Aversa e la moglie Lucia Precenzano, anche loro vittime di un`ingiustizia disumana». «Le mafie – ha aggiunto – sono un vero e proprio “cancro”, una tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona. Non bisogna però rassegnarsi, quasi che siano invincibili. Con Cristo è possibile cambiare vita, convertirsi, abbandonare lo stile di vita mafioso ed ogni forma di male e di peccato. L`annuncio evangelico ci interpella tutti: convertitevi, cambiate mentalità, cambiate vita. È un appello rivolto a tutti».
x
x