REGGIO CALABRIA Nuovo importante stop alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Arriva direttamente dal governo Monti che ieri alla Camera, attraverso il sottosegretario alle Infrastrutture, Guido Improta, ha dato parere negativo alla mozione di “Noi Sud” (tra i firmatari compare pure il calabrese Elio Belcastro) che lo impegnava «ad assumere con determinazione ogni iniziativa di competenza nelle opportune sedi dell`Unione europea affinché sia rivista la decisione di escludere il ponte sullo Stretto di Messina dalle grandi opere da finanziare e realizzare, dettata da logiche che non favoriscono lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno».
Il niet di Palazzo Chigi segue di qualche mese la stroncatura messa a segno dalla Commissione europea che non ha inserito il finanziamento dell`opera tra i progetti prioritari delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020. Nel piano varato a livello comunitario (che, per la cronaca, muoverà risorse per oltre 50 miliardi di euro) ci sono anche i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio Calabria e Messina-Palermo, ma non il Ponte sullo Stretto, di cui dovranno occuparsi – secondo Bruxelles – le autorità italiane. Tanto basta per far sbottare l`ex sottosegretario all`Ambiente, Belcastro: «Prendo atto che a questo governo non frega niente dello sviluppo di una parte del paese e che invece è tutto concentrato a garantire i suoi interessi, delle sue banche e dei suoi affari più o meno puliti. Questo governo se ne deve andare a casa, non sta facendo l`interesse della nazione, ha affossato la situazione della nostra gente. Siete degli irresponsabili».
GLI SPRECHI ACCUMULATI FINORA Il ponte che non c`è è già costato ai contribuenti centinaia di milioni. Facciamo qualche esempio: il Cipe con delibera del 6 marzo 2009 destina alla mega opera 1,3 miliardi di euro che va a prendere dai fondi Fas (Fondo aree sottoutilizzate). A rimetterci, naturalmente, sono ancora una volta Calabria e Sicilia. E così l`ad della società “Stretto di Messina”, Pietro Ciucci, può annunciare che il Ponte si farà con il 40% di finanziamenti pubblici e il 60% con capitali da reperire sul mercato nazionale e internazionale. Così si va avanti. Si fanno partire i lavori complementari, come a Cannitello, si presenta in pompa magna il progetto definitivo, addirittura si avviano gli espropri, oltre mille schede pubblicate con i relativi rimborsi. Ma c`è chi va oltre. Come la Regione Calabria che stanzia 500mila euro per finanziare un bando sui corsi di formazione professionale delle maestranze attraverso la società “Calabria Lavoro”. Del Ponte, naturalmente, non si intravede nemmeno l`ombra…
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