«Dalle indagini in corso è risultato che in cittadine di 10-15mila abitanti vi sono 3-400 affiliati ai locali di `ndrangheta, numero che probabilmente oggi si raggiunge con difficoltà in una città come Palermo». È uno degli allarmanti dati che emergono dalla relazione del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso dell`inaugurazione dell`anno giudiziario che si sta svolgendo anche nella città dello Stretto, come in tutti i distretti di Corte d`appello del nostro Paese. Pignatone ha spiegato che «è dalla presenza massiccia anche in termini numerici che non trovano riscontro nelle altre organizzazioni mafiose operanti in Italia, quasi in ogni città o singolo paese della provincia di Reggio Calabria la `ndrangheta trae la base prima della sua forza, sia in termini di potenza militare ed economica, sia in termini di radicamento e consenso sociale».
Secondo il capo della Dda reggina, «l`assoluta insufficienza dell`organico è ancora più grave in quanto» l`ufficio della procura distrettuale «deve fronteggiare l`eccezionale carico di lavoro derivante dalla presenza in questa provincia dell`associazione mafiosa denominata `ndrangheta, articolata in molte decine di locali e unanimemente riconosciuta come la più potente, pericolosa e ricca delle organizzazioni criminali operanti oggi in Italia e in Europa, e peraltro in grado di compiere atti di eccezionale gravità come gli attentati con l`esplosivo all`edificio dove ha sede la Procura generale a quello in cui abita lo stesso procuratore generale, nonché la minaccia con uso di bazooka nei miei confronti».
Il procuratore capo ha ribadito «la propensione dell`organizzazione mafiosa a commettere delitti gravi o addirittura eclatanti, specie dove ravvisi la necessità di creare nuove alleanze o di raggiungere nuovi equilibri. Di particolare gravità – ha ricordato – sono stati gli attentati con gli ordigni contro la Procura generale e le numerose intimidazioni a magistrati, giornalisti, professionisti e pubblici amministratori. Un altro fattore di trasformazione della `ndrangheta è sicuramente costituito dalla sua progressiva internazionalizzazione che per effetto dei processi di globalizzazione dei mercati ha costituito basi operative e gruppi di riferimento ovunque, anche sfruttando le differenze di legislazione o la minore efficienza di alcune strutture di contrasto estere, come per il caso Duisburg».
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