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Il teatro civile di Lo Monaco con le parole di Grasso

LAMEZIA TERME È un gradito ritorno quello di Sebastiano Lo Monaco a Lamezia: sarà il suo “Per non morire di mafia” la settima esclusiva regionale del teatro comunale Politeama di Sambiase.  Martedì…

Pubblicato il: 01/03/2012 – 15:48
Il teatro civile di Lo Monaco con le parole di Grasso

LAMEZIA TERME È un gradito ritorno quello di Sebastiano Lo Monaco a Lamezia: sarà il suo “Per non morire di mafia” la settima esclusiva regionale del teatro comunale Politeama di Sambiase.  
Martedì 6 e mercoledì 7 marzo alle 21 (con matinée organizzata in collaborazione con la Stagione Teatro Ragazzi per mercoledì 7 alle 10,30) lo spettacolo tratto dall’omonimo libro del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso per la regia di Alessio Pizzech.
Lo spettacolo, che ha avuto l’alto patronato del presidente della Repubblica italiana, dopo una trionfale tournée nei maggiori teatri italiani approda sulle scene lametine già amate e frequentate da Lo Monaco nelle stagioni precedenti con “Uno sguardo dal ponte” di Miller, “Il berretto a sonagli” ed “Enrico IV” di Pirandello, “Otello” di Shakespeare.
“Per non morire di mafia” non è un semplice spettacolo ma assume i toni e i ritmi di una “investigazione interiore” che esplora, scardina, analizza, racconta il pensiero-guida che il procuratore Grasso dipana e sviluppa ampiamente nel suo libro: «Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio è l`ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi».
L’adattamento drammaturgico di Margherita Rubino è tutto affidato alla sapienza attoriale di Sebastiano Lo Monaco che, sotto forma di monologo, riconduce il teatro alla sua funzione civile ed evocativa mentre la figura dell’uomo/attore diventa sintesi di un’intera comunità che è chiamata a riflettere e a ridiscutere i problemi del presente “non solo con il pensiero ma soprattutto con l’anima”, così come insegna il linguaggio del teatro.

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