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Edilizia sociale, il caso in parlamento

Finisce in parlamento il Piano sull`edilizia sociale della Regione Calabria: i parlamentari del Partito democratico Franco Laratta, Doris Lo Moro e Nicodemo Oliverio chiedono l`intervento del governo…

Pubblicato il: 14/03/2012 – 18:38
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Edilizia sociale, il caso in parlamento

Finisce in parlamento il Piano sull`edilizia sociale della Regione Calabria: i parlamentari del Partito democratico Franco Laratta, Doris Lo Moro e Nicodemo Oliverio chiedono l`intervento del governo.?? I deputati del Pd intendono sapere «se il governo sia a conoscenza della tortuosa vicenda dell’edilizia sociale in Calabria che ha portato l’attuale giunta regionale ad annullare la prima graduatoria ed emanare un secondo bando. Un fatto grave – aggiungono – che ha messo a rischio i 155 milioni di euro di finanziamenti che avrebbero potuto creare 4mila alloggi sociali e sviluppare una economia sul territorio per un miliardo di euro»; e chiedono all`esecutivo guidato da Monti «quali necessarie azioni, per quanto di competenza, intenda assumere per scongiurare la perdita di corposi finanziamenti per l’edilizia sociale in Calabria; se non intenda accertare quali siano le motivazioni “giuridiche e tecniche” addotte dall’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, in ordine all’annullamento della prima graduatoria; se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa utile ad accertare eventuali irregolarità nelle procedure amministrative di annullamento ed emanazione del secondo bando».

LA VICENDA SUL CORRIERE DELLA CALABRIA
Laratta, Lo Moro e Oliverio hanno depositato un`interrogazione urgente al premier e al ministro  allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera. Lunga e articolata la premessa dei democrat: «Nel mese di marzo 2009 il Dipartimento 9 della Regione Calabria ha emanato un bando di concorso in base alla legge regionale 36/2008, per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà. La nuova giunta regionale della Calabria insediatasi ad aprile 2010, e per essa l’assessorato ai Lavori pubblici, con il decreto dirigenziale n. 17095 del 29 novembre 2010, assunto il 26 novembre 2010 prot. n. 1631, del dirigente generale del Dipartimento 9 della Regione Calabria, ha disposto l’annullamento in autotutela del DDG n. 22874 del 31 dicembre 2008 con cui veniva approvato il bando di concorso poi pubblicato a marzo 2009 per la realizzazione dei suddetti alloggi nonché gli atti della procedura selettiva adottati in esecuzione del medesimo decreto, ossia la legittima graduatoria di imprese che hanno partecipato all’avviso pubblico. La revoca – ha fatto sapere l’assessore protempore al ramo della Regione Calabria, Giuseppe Gentile – si è resa necessaria «dopo un’attenta valutazione giuridica e tecnica».
Ignari di quali siano queste valutazioni, il dato finora certo è che la revoca è stata posta in essere in coincidenza dei primi mesi di attività della giunta Scopelliti, con una serie di passaggi a dir poco dubbi prima della formalizzazione ufficiale datata 29 novembre 2010.
Nel testo, i tre parlamentari citano anche «il “Corriere della Calabria”, settimanale d’inchiesta calabrese» che «ha dedicato al caso una dettagliata indagine giornalistica» nella quale si spiegava come «anche la revoca, però, ha avuto le sue brave zone d`ombra, svelate da un accesso agli atti chiesto dall`impresa di Giuseppe Gatto Costruzioni (vincitore nella graduatoria riferita al primo bando, non partecipante al secondo). Gatto si è presentato negli uffici della giunta per vedere la delibera dell`annullamento (cui aveva partecipato). E si è trovato davanti un atto anomalo, quasi tutto “in bianco”, senza neppure l`indicazione degli assessori presenti e assenti», un atto – chiosano Laratta, Lo Moro e Oliverio – recante la firma dell’assessore Gentile, la data del 20 settembre 2010 e il n. 622.
Intanto, con il primo bando era stato dato l’avvio dei lavori da parte delle aziende ammesse a finanziamento: secondo quanto dispone l’art. 13 dell’avviso, l’avvio dei lavori avrebbe dovuto avere luogo «entro e non oltre il 180° giorno dalla ricezione della comunicazione di ammissione». Le imprese che hanno ricevuto comunicazione hanno rispettato tali direttive. «È evidente che la sospensione in autotutela operata dalla nuova giunta regionale – scrivono i democrat – ha causato un danno economico importante a quelle aziende che hanno sostenuto spese di personale, materiale di costruzioni e quant’altro. Ebbene, diverse imprese partecipanti e ammesse a finanziamento, preso atto dell’annullamento hanno promosso ricorso al Tar Calabria che successivamente ha accolto il ricorso dei ricorrenti. La Regione Calabria, per il tramite dell’assessorato ai lavori pubblici è ricorso in appello al Consiglio di Stato, che in un primo esame nel gennaio 2012 ha rinviato la decisione «di merito» al 23 ottobre 2012».
Intanto – si legge ancora nell`interrogazione –, l’assessore calabrese ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, con dichiarazioni comunicate alla stampa giorno 1 e 3 marzo 2012 ha reso noto di aver «invitato» le “nuove” imprese vincitrici del secondo bando che «entro 180° giorni dovranno iniziare i lavori». Seguendo il modus operandi della nuova giunta regionale, se il Consiglio di Stato il prossimo mese di ottobre dovesse esprimersi contro la Regione Calabria, verrebbero penalizzate economicamente ulteriori nuove imprese partecipanti e ammesse a finanziamento con il secondo bando. Un modo di amministrare del tutto inedito che ci consegna un duplice quanto deprimente risultato: al danno (e la beffa) dei primi si aggiungerebbe la beffa (e il danno) dei secondi».

I “BENEFICIARI” DEL SECONDO BANDO
L`interrogazione riporta ampi stralci dell`articolo del Corriere della Calabria: «Chi non potrà lamentarsi di certo è l`azienda Lapietra srl, di Rossano. Era stata esclusa dalla prima infornata di fondi (non era in posizione utile per ottenere gli incentivi), mentre adesso si ritrova al primo posto addirittura in due graduatorie. Merito del nuovo bando. Quello a cui la “Gatto costruzioni”, di proprietà di Giuseppe Gatto, ex presidente regionale dell`Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili), ha deciso di non partecipare: “Tra i criteri previsti per la valutazione ce n`era uno che lasciava troppa discrezionalità alla commissione”, ha dichiarato Gatto. “[…] Anche la composizione della commissione rivela una tendenza ben definita. Il presidente era l`architetto Eugenio Madeo, professionista con un passato in politica, transitato negli ultimi anni dal centrosinistra (per il quale è stato presidente della Provincia di Cosenza e consigliere regionale) al Pdl. I suoi rapporti con Gentile sono ottimi: nel 2008, per l`allora capogruppo dei berluscones in consiglio regionale aveva elaborato un progetto per lo smaltimento dei rifiuti nel Savuto. La collaborazione, dunque, continua. E sempre dal centrodestra cosentino arriva un altro dei commissari: Antonio Bove, uno dei primi professionisti della città ad aver sposato le tesi forziste (di Forza Italia è stato anche coordinatore cittadino). Stessa area di appartenenza di Antonio Artusi. Avvocato e coordinatore del circolo del Pdl di San Marco Argentano, pure lui tra coloro che hanno valutato le domande delle aziende. E di Luigi Rinaldo Brusco, sindaco di centrodestra di Fagnano Castello e avvocato pure lui. Un quartetto di tecnici prestati alla politica, tutti di stretta osservanza gentiliana. Chiudono il quadro altri membri della cerchia dell`assessore: il fratello di un ex manager dell`azienda ospedaliera (nominato sempre dietro consiglio dei Gentile) e il congiunto di uno dei più stretti collaboratori dell`assessore. Quando si dice il primato della politica. Che, in questo caso, si confonde con la famiglia”. Il costruttore Gatto nel merito della Commissione dichiarò al nostro settimanale: “Magari mi sbaglio, ma ho preferito non prendere parte alla gara, mi sembrava poco trasparente”».
Nel ricorso al Tar della Calabria presentato dalla Gatto Costruzioni, si approfondisce la posizione di Antonio Capristo, dirigente esterno nominato dall’assessore Gentile. «Capristo non è proprio uno sconosciuto nell`ambiente dell`edilizia – si legge nel docume nto prodotto da Gatto –; infatti il professionista è l`autore di uno dei progetti presentati per la partecipazione al bando di riferimento è alla pratica presentata proprio dalla società Lapietra srl, di Rossano: si tratta della costruzione di 135 alloggi». La ditta, però, era stata esclusa dal primo bando annullato dal centrodestra. «Il fatto – scriveva il Corriere della Calabria – è che i rapporti di Capristo con la Lapietra srl non sono esattamente stati sporadici. La circostanza salta fuori sempre dal curriculum pubblicato sul sito della Regione: la Lapietra srl è committente dell`ingegnere Capristo in diversi interventi edilizi, alcuni in corso, altri ultimati e altri in via di istruttoria. Nella terra del conflitto di interessi, la cosa non ha stupito più di tanto l`assessore Gentile: Capristo è rimasto al suo posto e ha revocato il procedimento al quale aveva partecipato (come progettista)».
Altra circostanza curiosa è la presenza tra i vincitori del bando della ditta “Via Rivocati”. «Anche in questo caso la visura camerale svela intrecci legittimi ma tutti riconducibili a una specifica area politica. L`amministratore unico della società, infatti, è Giovanni Pianini, professionista cosentino e stretto congiunto di Gianfranco Scarpelli, direttore generale dell`Azienda sanitaria provinciale di Cosenza» nominato dai fratelli Antonio e Pino Gentile, senatore il primo e assessore il secondo. Quast’ultimo «concederà i fondi alla ditta [Via Rivocati] riconducibile a uno dei suoi uomini di fiducia. Scarpelli, infatti, ne è stato amministratore in passato».

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