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La filosofia del camionista

Una rivisitazione moderna della transumanza. Lungo la via delle merci, su e giù per l`Italia. L`epopea quotidiana del camionista diventa un docufilm: venti minuti per raccontare la storia-simbolo d…

Pubblicato il: 07/04/2012 – 20:55
La filosofia del camionista

Una rivisitazione moderna della transumanza. Lungo la via delle merci, su e giù per l`Italia. L`epopea quotidiana del camionista diventa un docufilm: venti minuti per raccontare la storia-simbolo del catanzarese Enzo Giardinelli, 52 anni, autotrasportatore in una multinazionale. Il cortometraggio, firmato Matteo Alemanno, s`intitola “Diario di bordo da una vita sulla strada” e nei giorni scorsi è stato pubblicato sul web dall`Espresso. Segue una giornata tipo di Enzo, tre figli e la famiglia a Stalettì, passione per il calcetto e 27 anni – praticamente una vita – passata a rifornire i magazzini della grande distribuzione e i mercati del nord Italia.
La sua settimana prevede in media 4 giorni fuori e 3 a casa: «Di solito – racconta – parto di venerdì o sabato». Un lavoro usurante e rischioso che in totale occupa cinque o sei mesi l`anno. «Faccio tutto da solo, la solitudine mi piace». Il filmmaker lo riprende in occasione di una consegna di agrumi a Verona. E il viaggio davanti a una macchina da presa dà la possibilità di fare un consuntivo: «Era un bel lavoro, rispettato da tutti. E si guadagnava abbastanza bene. Adesso non sei rispettato da nessuno, i costi se ne sono andati alle stelle, però le tariffe restano sempre quelle, anche i committenti non ce la fanno ad andare avanti». La crisi si fa sentire. «Pago tutto io, dal gasolio all`autostrada: se l`anno scorso spendevo 1300 euro, tra andata e ritorno, adesso ce ne vogliono 2mila. Ma i soldi che guadagno sono gli stessi di 10 anni fa. Incasso 10mila euro al mese. Togli tutte le spese vive e, di guadagno, ne restano 2mila, ma nemmeno tutti i mesi. E sono fortunato! A cinquant`anni che faccio, cambio lavoro? Io lo farei pure … ma è troppo tardi».
Il carico viene effettuato a Lamezia, poi tappa a Perugia per il primo scarico (6 bancali), e a seguire Ancona e Cesena. «Mi sono messo in proprio dopo 7 anni passati a lavorare con una ditta di Locri. Eravamo in due». Oggi la legge (11 ore di riposo e cambi alla guida nei tragitti più lunghi) tutela i camionisti. «Cerco di fermarmi verso mezzanotte così la mattina riparto», spiega Giardinelli prima di raccontare di quella volta in cui fu “miracolato”: chi gli aveva dato il cambio alla guida s`era addormentato, dopo lo scontro con un autotreno il loro tir era finito in una scarpata ma entrambi erano rimasti illesi.  
L`aneddotica non manca: una bufera nel 2001, di domenica mattina a Lagonegro, «in mezz`ora è sceso mezzo metro di neve. Sono rimasto fermo per quasi 18 ore, meno male che avevo riscaldamento e scorte per mangiare». Altri ricordi sono ancora meno piacevoli: come quel tentativo di rapina, una pistola puntata alla tempia e la minaccia «“ti facciamo saltare le cervella”. Volevano la carne, io avevo i polli che sul mercato non valgono niente. Hanno controllato e non trovando nulla se ne sono andati dandomi un buffetto: “Vabbe` Catanza`, vai a dormire che non è successo niente”. Il pericolo c`è sempre, devi stare sul chi va là ma mai avere panico, stai tranquillo se no fai cazzate. Resetti il cervello e ti dici: vediamo come possiamo fare per uscirne fuori».    
L`aplomb dettato dall`abitudine e i piccoli espedienti che fanno la differenza: facendo un determinato giro piuttosto che un altro, il risparmio è di 100 euro, facendo 4 viaggi sono 400 euro al mese, «è meglio trovarteli  in tasca, no?». Trucchi del mestiere. E una routine che ormai è sedimentata: il sedile che si ribalta per diventare letto e la coperta rimboccata nella cabina di guida, la barba nella stazione di servizio e la lettura del giornale posato sullo sterzo, poi s`ingrana la marcia e si riparte.
A Verona c`è un tempo pessimo: nebbia e neve, -3 gradi. L`incontro e il pranzo con 7 colleghi riscalda il clima. «Con la lira si lottava – dice uno di loro –, con l`euro anche le aziende sono messe male. Una volta con un milione una famiglia la tiravi avanti, oggi con 1000 euro fai fatica, e noi spendiamo tanto ma incassiamo dopo 6 mesi». Il gasolio («da noi il più caro d`Europa»), le tasse («troppe»), i debiti. «Vediamo che succede – sospira Enzo –. Io penso che non succede niente…». Un altro trucco del mestiere è prenderla con filosofia.

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