L`atroce precedente di Soverato
Due anni fa l`identico e agghiacciante copione era andato in scena sull`affollata spiaggia di Soverato. Era il pomeriggio del 22 agosto, centinaia di persone, tra cui molti turisti, si godevano gli u…

Due anni fa l`identico e agghiacciante copione era andato in scena sull`affollata spiaggia di Soverato. Era il pomeriggio del 22 agosto, centinaia di persone, tra cui molti turisti, si godevano gli ultimi raggi del sole in uno dei tratti di costa più belli del Golfo di Squillace. Tutti incuranti del fatto che Soverato in quei mesi era palcoscenico di una delle più sanguinose guerre di mafia degli ultimi anni. Nessuno poteva sapere che quel vicino di ombrellone, accompagnato da moglie e figlio di appena un anno e mezzo, era inserito in quella faida brutale. Così quando un uomo è sceso in spiaggia con giacca a vento e casco integrale nessuno ci ha fatto caso. Solo il quarantenne Ferdinando Rombolà ha subito capito. La sua disperata fuga è durata solo alcuni metri. Quattro colpi di pistola calibro 7,65 lo hanno freddato davanti agli occhi impotenti della sua famiglia. Impietriti gli altri bagnanti. Al killer è bastato far ruotare la pistola per far capire a tutti che era meglio restare fermi e zitti. I testimoni hanno poi raccontato che il sicario si è allontanato con calma, senza correre. Ad attenderlo c`era un complice alla guida di una moto, ritrovata più tardi bruciata nelle campagne poco distanti. L`immagine di quel lenzuolo bianco sporco di sangue tra gli ombrelloni fece il giro dei media nazionali. Quell`anno l`estate di Soverato finì il pomeriggio del 22 agosto.