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Una sola lettiga per 120 pazienti

COSENZA Un`ambulanza senza medico arriva con un infartuato. Lo porta nello stretto corridoio che funziona da accettazione per il Pronto soccorso: nessuna privacy, pochissimo spazio a disposizione (vi…

Pubblicato il: 21/08/2012 – 17:05
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Una sola lettiga  per 120 pazienti

COSENZA Un`ambulanza senza medico arriva con un infartuato. Lo porta nello stretto corridoio che funziona da accettazione per il Pronto soccorso: nessuna privacy, pochissimo spazio a disposizione (visto che c`è anche la guardia medica). E soprattutto non c`è una Tac. Accade a Paola e Cetraro, per 120-130 volte al giorno. Perché il racconto reso dal deputato Franco Laratta e dal consigliere regionale Carlo Guccione, entrambi del Pd, non è quello di un piccolo presidio sanitario, ma mette a nudo la precarietà di un cosiddetto ospedale “spoke”, che dovrebbe essere di riferimento per tutta l`area del Tirreno cosentino. «Una visita alla struttura e ai pronto soccorso – spiegano i due esponenti democrat in una nota –, l`incontro con medici e dirigenti, due parole con i pazienti che affollano i corridoi e gli ingressi. In questi ospedali si è toccato con mano un profondo senso di abbandono e d`impotenza. Qui si sono viste cose che dovrebbero farci vergognare di essere calabresi ed italiani. In entrambi i pronto soccorso il personale non può far fronte ad una media di 120-130 accessi al giorno: mancano medici ed operatori a tal punto che i primari non possono andare in ferie dal 2009. E questa estate turni forzati di tutto il personale per garantire il servizio. Nonostante ciò, di notte è in servizio un solo medico. Manca di tutto, c`è preoccupazione e scoramento negli operatori che si devono assumere responsabilità gravi, a volte decisive per la vita dei pazienti. Ma è difficile assumere decisioni se poi, come a Cetraro, in pieno agosto si guasta la Tac e nessuno la ripara».
«E ci si chiede sconsolati – proseguono Laratta e Guccione – ma come si può lavorare ad un pronto soccorso se non c`è la Tac? Ma accade anche che si veda arrivare d`improvviso un`ambulanza che, senza un medico a bordo, trasporta un infartuato: nessun preallarme, nessun avviso. Funziona così in un Pronto soccorso in cui due lettighe con 35 anni di vita funzionavano fino a qualche giorno fa. Le stesse durante il servizio si spaccavano e quasi lasciavano cadere per terra il paziente. Ora c`è una nuova lettiga, una sola, per 120 persone al giorno. A Paola l`assegnazione del codice al paziente che si presenta al pronto soccorso avviene in uno stretto corridoio all`interno dello stesso pronto soccorso. E qui si trova anche la Guardia medica: tutti insieme in una gran confusione di ruoli, segno di un degrado che non conosce limiti. Paola e Cetraro dovrebbe essere gli ospedali di riferimento dell`intero Tirreno cosentino, dopo la chiusura di altri presidi della zona, e anche quello di San Marco Argentano». «Ma dopo la cura di Scopelliti – concludono – scopri strutture che non reggono l`urto, che non sono attrezzate per far fronte ad emergenze e anche all`ordinario. Durante la stagione estiva, sul Tirreno cosentino gravitano anche 500 mila turisti. Che ovviamente reclamano cura e assistenza. Ma gli annunci e i decreti di Scopelliti sul potenziamento di questi ospedali, sul numero dei posti letto, su nuove attrezzature, cozzano con la realtà dei fatti. E gli ospedali spoke risultano più deboli e più poveri di un anno fa, prima cioé della chiusura di 17 piccoli presidi sanitari. E così il fallimento del Piano di rientro dal deficit si tocca con mano in queste strutture. E diventa il fallimento dell`intera sanità in Calabria».

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