Ridimensionato il sequestro del Magara Hotel
REGGIO CALABRIA È composto da 212 fabbricati e quattro terreni il complesso alberghiero Magara Hotel, in località Croce di Magara, in Sila, del valore di sette milioni di euro, sequestrato dalla Guar…

REGGIO CALABRIA È composto da 212 fabbricati e quattro terreni il complesso alberghiero Magara Hotel, in località Croce di Magara, in Sila, del valore di sette milioni di euro, sequestrato dalla Guardia di finanza su disposizione della Procura della Repubblica di Palmi in relazione all’utilizzo di un finanziamento con la legge 488. Le cinque persone indagate nell’inchiesta che ha portato al sequestro preventivo della struttura sono amministratori e componenti della Pegaso srl, la società proprietaria dell’albergo. Nei loro confronti si ipotizzano i reati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, evasione fiscale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Si tratta di persone, tutte riconducibili, direttamente o indirettamente, al medesimo nucleo familiare, con sede logistica a Spezzano Piccolo, dove è ubicato il Magara Hotel. L’indagine ha avuto origine nel 2005 quando la Pegaso ha ottenuto dal ministero dello Sviluppo economico un contributo in base alla legge 488 per la ristrutturazione del Magara Hotel. Per la realizzazione dell’opera sono stati stipulati contratti con una serie di aziende risultati fittizi, secondo quanto è emerso dalle indagini, per la totale assenza dei lavori.
«Il sequestro – ha detto il procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo – non inficierà il prosieguo dell’attività imprenditoriale, che sarà garantita da un curatore. L’indagine ha permesso di far emergere, ancora una volta, la raffinata capacità di operatori economici di evadere il fisco servendosi di false fatturazioni e certificazioni di lavori mai effettuati».
Per il colonnello Cosimo Di gesù, comandante provinciale di Reggio Calabria della Guardia di finanza, «il sequestro rappresenta il risultato di un’operazione che mira al contrasto di forme imponenti di evasione fiscale. Abbiamo applicato la formula del sequestro per l’equivalente, che si sta rivelando un efficace strumento per garantire allo Stato il recupero di molte imposte evase».
IL RESTO DELLA STORIA Roberto Ortu, proprietario del Magara Hotel, ci ha aggiornato sul resto della storia. Secondo l’imprenditore le cose sarebbero sensibilmente cambiate rispetto ai giorni del sequestro e della conferenza stampa. Ortu spiega che «l’accusa di truffa alla 488 è decaduta già nella fase pre dibattimentale. Per cui per nessuno è stato richiesto il rinvio a giudizio per tale reato. Lo stesso dicasi per l’associazione a delinquere. Gli importi sbandierati in conferenza stampa si sono ridotti, sempre in fase pre dibattimentale, a 1.600.000 euro».
Di questi, spiega ancora il proprietario della struttura alberghiera, «l’Agenzia delle Entrate ha analizzato i dati forniti dalla guardia di finanza e ha riscontrato che per l’anno 2007 a fronte di una contestazione di 599.000 euro della GdF, il dato reale era quello a suo tempo dichiarato dalla società di 42.000. Inoltre la guardia di finanza per lo stesso anno aveva “erroneamente” sommato l’Iva al fatturato. Per l’anno 2008 la prassi è stata la stessa procedura e risultato con i seguenti valori: 531.000 euro contestati dalla GdF, 19.000 accertati dall’agenzia delle Entrate. Solito “errore” sull’aggiunta dell’Iva su un fatturato che la comprende già. Gli altri anni sono in fase di accertamento ma essendo stata la stessa la metodologia di accertamento della GdF, i risultati non potranno che essere gli stessi. Inoltre il 3 marzo scorso si è provveduto a un primo parziale dissequestro, il 24 aprile a un secondo dissequestro». La struttura, dunque, non è chiusa e gli accertamenti sono ancora in corso.