CONSIGLIO | E l`opposizione va in frantumi
REGGIO CALABRIA Doveva essere un vertice convocato per trovare una linea comune con la quale presentarsi in Aula. Ma invece la riunione delle opposizioni di martedì a Palazzo Campanella ha finito col…

REGGIO CALABRIA Doveva essere un vertice convocato per trovare una linea comune con la quale presentarsi in Aula. Ma invece la riunione delle opposizioni di martedì a Palazzo Campanella ha finito col sancire la presenza di due anime all’interno del centrosinistra calabrese.
La sintesi migliore del momento la offre Mimmo Talarico: «In questa regione esistono una minoranza, rappresentata dal Pd, e un’opposizione, portata avanti da noi e dai vendoliani». Parole pesantissime, quelle dell’esponente dipietrista, che arrivano dopo la decisione dei gruppi di Idv e Sel di non partecipare alle prime due votazioni per il rinnovo dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale.
Nessuno dei protagonisti di questa clamorosa azione ha mandato giù l’atteggiamento del Pd che ha lavorato in queste ultime ore per difendere la rielezione del vicepresidente Piero Amato e del segretario-questore Francesco Sulla. «Non è una questione di poltrone – si affretta a spiegare il capogruppo di Idv Emilio De Masi – ma di riconoscimento politico a forze che fanno parte di questa coalizione».
De Masi è chiaro ma forse lo è ancora di più il rappresentante di Sel, Ferdinando Aiello: «Per il rinnovo dell’Ufficio di presidenza nessuno ci ha consultato, così come nessuno ci ha chiamati per trovare una posizione comune sulla riforma di Arssa e Afor».
In tale contesto è facile capire come il dialogo all’interno del centrosinistra sia ridotto al lumicino. Nel mirino non ci sono solo i democrat, che hanno scelto di non prendere parte alla votazione («una presa di posizione – attacca ancora Aiello – illogica presa perché non si fidano nemmeno di loro stessi») e che per De Masi «mantengono una certa contiguità col centrodestra di Scopelliti» ma anche altri esponenti del gruppo Misto come Adamo e Bova, o dell’Mpa di Loiero. Tanto che Talarico (Mimmo) prova a ironizzare: «Noi siamo diversi dal Pd+L(oiero). E siamo del tutto contrari a riedizioni in salsa calabra della maggioranza che sostiene il governo Monti».
La battuta serve incipit per l’affondo vero e proprio: «Ma vi rendete conto che il maggiore partito di quella che dovrebbe essere l’opposizione non ha detto una sola parola sull’arresto del terzo consigliere regionale di maggioranza? In Calabria c’è una vera e propria questione morale che andrebbe contrastata con atteggiamenti lineari e trasparenti».
In un quadro che sembra disegnare solo macerie a sinistra tocca ancora a De Masi lasciare una porta aperta al dialogo: «Sia chiara una cosa: noi non siamo contro il Pd ma contestiamo alcuni loro atteggiamenti che minano l’unità del centrosinistra». In attesa della seduta di mercoledì del consiglio regionale, al quale Aiello fa già sapere che non parteciperà, c’è quanto basta per far gongolare il centrodestra.