CONSIGLIO | Progetto democratico senza unità
REGGIO CALABRIA Finito lo scrutinio delle prime due votazioni, è subito scattata la caccia al franco tiratore dell’opposizione che si è espresso per la rielezione del presidente Franco Talarico. E sì…

REGGIO CALABRIA Finito lo scrutinio delle prime due votazioni, è subito scattata la caccia al franco tiratore dell’opposizione che si è espresso per la rielezione del presidente Franco Talarico. E sì, perché avendo raccolto l’esponente dell’Udc 30 preferenze, e potendo contare la maggioranza su 29 esponenti (il repubblicano Rappoccio non è stato ancora sostituito dopo l’arresto), è apparso evidente a tutti che Talarico è riuscito a raccogliere il voto di un esponente delle forze di minoranza. Non ci sono conferme ufficiali (che arriverà tuttavia in seguito) ma tutto lascia pensare che ad accordargli il suo consenso sia stato Rosario Mirabelli, eletto con “Autonomia e Diritti”, transitato per un breve periodo nei rutelliani di Api e ora approdato nel gruppo di “Progetto Democratico”. Che nella seduta di martedì del Consiglio, si è letteralmente spaccato in mille rivoli. Il gruppo, che può contare su tre rappresentanti, ha espresso tre posizioni diverse. Un vero record in negativo, o meglio, una scissione dell’atomo. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo: il capogruppo Vincenzo Ciconte, avendo partecipato alla riunione dei capigruppo di minoranza, ha scelto di mantenere l’impegno a votare scheda bianca sul presidente. Ferdinando Aiello, con in tasca la tessera di Sel, ha preferito abbandonare i lavori in ossequio alla scelta di far saltare, assieme a quelli di Italia dei valori, un presunto accordo di non belligeranza tra Pdl-Udc e Pd. Mirabelli, invece, non si è lasciato persuadere dalle ragioni dei suoi colleghi di gruppo e ha deciso di non far mancare il sostegno a Talarico, anche in ragione di una lontana ma comune militanza nelle fila della Dc. Morale della favola: è evidente a tutti che all’interno del gruppo “Progetto Democratico” non esiste una linea politica univoca. Dunque, che senso ha continuare a mantenere in vita uno schieramento diviso su tutto? La versione maligna che circola nel Palazzo è che i tre restino assieme soltanto per poter usufruire di tutti i benefit che l’adesione a un gruppo comporta. Se così fosse, sarebbe un’altra vittoria per i sostenitori dell’antipolitica.
LA VERSIONE DI MIRABELLI «Sono per la riconferma in blocco dell`Ufficio di presidenza. I ruoli istituzionali devono restare fuori dalla battaglia politica e non sono merce di scambio per carriere personalistiche. La maggioranza del Consiglio ha deciso di riconfermare Talarico? Non vedo perché non votarlo da subito».
«Mercoledì – dice ancora Mirabelli – voterò anche per la riconferma di Pierino Amato e Francesco Sulla, del Pd. Non posso che essere amareggiato per la scelta del Pd di non mettere a disposizione di tutta la minoranza una delle due cariche e facilitare così una scelta unitaria. Prendo atto di questa scelta e confermo la fiducia per Amato e Sulla, che considero persone perbene e capaci, come hanno dimostrato in questa prima parte della legislatura».