Le amnesie del Pdl sul "buco" di Reggio Calabria
«A parità di condizioni, medesimo trattamento». Ecco la “linea difensiva” del centrodestra per scongiurare la dichiarazione di dissesto: tutte le città italiane, specialmente quelle grandi, hanno pro…

«A parità di condizioni, medesimo trattamento». Ecco la “linea difensiva” del centrodestra per scongiurare la dichiarazione di dissesto: tutte le città italiane, specialmente quelle grandi, hanno problemi di bilancio. Alcune, addirittura, hanno guai peggiori di Reggio Calabria. Prendete Napoli: ciascuno dei suoi cittadini ha sul groppone 1.697 euro di debiti. A Reggio sono soltanto 655. Dunque, perché sullo Stretto si dovrebbe dichiarare il default e altrove invece no? L`argomento, con il quale il Pdl reggino (e regionale) tenta di riparare a otto anni di gestione allegra delle casse comunali, è buono per la propaganda. Ma la realtà è un`altra storia.
Per ricostruirla bisogna fare un passo indietro e tornare agli anni in cui in riva allo Stretto si alternavano Ricky Martin e Valeria Marini. Qualcuno (ma erano voci isolate) si lamentava degli sprechi e degli incarichi concessi senza troppo badare agli equilibri contabili. Qualcuno parlava più apertamente di un “buco” nel bilancio di Palazzo San Giorgio. E, ogni volta, si beccava dure reprimende e repliche piccatissime. Suonavano più o meno così: «Non c`è nessun buco». Dopo qualche anno, ma bisogna aspettare il 2010 per documentare la nuova “linea”, le repliche suonavano più o meno così: «Non c`è nessun buco, tutt`al più per il Comune si può parlare di crisi di liquidità».
Ecco, è qui che la situazione di Reggio e quella delle grandi città si differenzia in maniera irreparabile. Altrove il debito era manifesto, emergeva dagli atti e dalle carte dei bilanci. A Reggio Calabria, quel debito era negato, “nascosto” (anche nei documenti ufficiali, secondo la Procura). Tant`è che gli ispettori del ministero delle Finanze non sono stati invitati nelle stanze comunali dall`amministrazione ma sono arrivati perché lo ha deciso il governo (quello guidato dal Pdl di Berlusconi, tanto per aiutare la memoria dei più distratti). Mentre Scopelliti e la sua maggioranza negavano, gli 007 di Tremonti spulciavano carte scoprendo verità inedite sulle spese e le poste in bilancio. Verità così scomode da arrivare anche in Procura, con una relazione che non parla soltanto di un “buco” milionario, ma soprattutto dei reati collegati a quel “buco” (infatti il governatore è indagato per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, non perché Reggio ha dei debiti). Cosa che, negli “altrove” presi a esempio (negativo) dal Pdl, invece, non è successa.
I guai finanziari di Reggio (al netto delle presunte ingerenze mafiose) non hanno nulla a che fare con quelli di Napoli e di Torino. Per casi diversi, di solito, si offrono soluzioni diverse. Anche se la propaganda vorrebbe il contrario.
Ps: tutto il Pdl, adesso, chiede di studiare un Piano di rientro dal debito insieme al ministero delle Finanze. Che, dunque, dovrebbe accettare di risolvere la crisi assieme a chi, fino a pochi mesi fa, la negava. A qualcuno potrebbe sembrare addirittura un paradosso.