La reprimenda dei Riformisti Italiani contro Scopelliti
REGGIO CALABRIA «Fumo negli occhi». È così che Gianpaolo Catanzariti etichetta l’atteggiamento di Peppe Scopelliti in seguito all’arresto di tre consiglieri regionali. «Di fronte alle continue pressi…

REGGIO CALABRIA «Fumo negli occhi». È così che Gianpaolo Catanzariti etichetta l’atteggiamento di Peppe Scopelliti in seguito all’arresto di tre consiglieri regionali. «Di fronte alle continue pressioni giudiziarie, non c’è stata nessuna assunzione di responsabilità: il governatore non può continuare a trincerarsi dietro la richiesta preventiva del casellario giudiziario e il tentativo di rifiutare apparentamenti con determinate forze politiche». Parole al vetriolo, ancor più difficili da digerire se provenienti da un movimento che nel 2010 sostenne la candidatura di Scopelliti alla presidenza della Regione. Ma nei Riformisti Italiani la delusione è tanta, soprattutto alla luce di quell’«ansia di cambiamento» incarnata durante le ultime elezioni regionali e che – secondo Catanzariti – dopo quasi due anni «non ha prodotto risultati».
La reprimenda non risparmia nemmeno la presa di posizione sull’argomento di Franco Talarico, presidente del consiglio regionale: «È accettabile che scarichi tutte le colpe sui partiti?». Per i Su, evidentemente no. Ecco perché invocano «un forte segnale di cambiamento per una Regione che appare ingessata, a partire dall’allontanamento dalle strutture regionali degli amministratori locali, un primo passo per mettere fine al malcostume».
In realtà, scopo dell’incontro di questa mattina era la presentazione dei Riformisti italiani, una nuova forza politica che – a detta del fondatore dei Socialisti uniti, Saverio Zavettieri – «non rappresenta una protesi dei socialisti, ma un movimento più ampio», che ambisce a ritagliarsi un proprio spazio in Parlamento.
Ma a tracciare le linee guida del neonato partito guidato da Stefania Craxi (i rappresentanti provinciali reggini saranno nominati nelle prossime ore) è stato lo stesso Catanzariti, che ha sottolineato come la nuova forza politica miri a «dare al Paese la possibilità di uscire da questo momento di crisi, dominato da una classe dirigente incapace di dare risposte ai bisogni dei cittadini».
La stella polare del movimento nazionale sono ovviamente i «valori socialisti», i referenti di «tutte quelle aree che si sono sparpagliate dopo il crollo del Psi». Il compito che i Riformisti italiani si pongono è di «far eleggere una pattuglia di parlamentari “irrequieti” alle prossime Politiche del 2013», in un contesto nazionale che sembra ormai ampiamente «sclerotizzato».
Ma, oltre alle riflessioni sugli obiettivi a breve termine, non poteva mancare un passaggio sulla situazione del Comune di Reggio, per i Riformisti vittima da molto tempo di «uno stato di immobilismo», dovuto soprattutto alla strenua difesa di un «modello attraverso un referendum continuo». «Queste logiche non ci interessano – ha spiegato ancora il segretario provinciale dei Socialisti uniti –, perché portano Reggio in un vicolo cieco fatto di perseguitati e nemici della città, secondo la logica stantia degli anni 70». Certo, lo scioglimento di Palazzo San Giorgio sarebbe in ogni caso una misura «oltraggiosa» e che «senza una parallela azione di bonifica sociale non può risolvere i problemi». Da qui, una proposta diversa, che consiste «in interventi selettivi e mirati nei settori più permeabili dell’ente, senza sciogliere l’intero Comune».
C’è anche spazio per una riflessione sul destino della Provincia di Reggio. «Continueremo a sostenere il presidente Raffa – ha puntualizzato Catanzariti –, ma serve una revisione sull’azione di questo organismo», sia sull’aeroporto («la politica non può essere semplice supporto a un management») sia in relazione alla nascita della città metropolitana. Ecco perché «è necessaria una verifica di maggioranza al fine di ragionare sulle future deleghe del nuovo ente e per garantire nel territorio omogeneità di servizi e strutture».
Sempre mantenendo gli attuali assetti amministrativi e la centralità della figura del presidente della Provincia, in quanto – secondo il consigliere dell’ente intermedio Pierpaolo Zavettieri – il sindaco di Reggio non potrebbe avere la stessa conoscenza del territorio». Stando sempre attenti a possibili «scippi» da parte di ex capoluoghi come Vibo Valentia, che «stanno facendo campagna acquisti per accaparrarsi territori come la città di Rosarno, in modo da garantire la loro sopravvivenza».
All’incontro di oggi ha partecipato anche Nicola Carnovale, membro della segreteria nazionale dei Riformisti italiani.