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BERSANI A LAMEZIA | Il segretario gela i colonnelli: «No alle preferenze»

LAMEZIA TERME Dopo oltre sessanta minuti di relazione finale, Pier Luigi Bersani tira fuori dal cilindro la notizia che fa storcere il muso a più di un dirigente venuto ad ascoltarlo a Lamezia Term…

Pubblicato il: 30/09/2012 – 15:11
BERSANI A LAMEZIA | Il segretario gela i colonnelli: «No alle preferenze»

LAMEZIA TERME Dopo oltre sessanta minuti di relazione finale, Pier Luigi Bersani tira fuori dal cilindro la notizia che fa storcere il muso a più di un dirigente venuto ad ascoltarlo a Lamezia Terme in una domenica di caldo torrido: «Ho capito che piacciono le preferenze ma ricordo che “er Batman” è il campione mondiale delle preferenze e non si può andare ancora avanti così». Che sia proporzionale o maggioritaria non importa, ma la nuova legge elettorale, almeno a sentire il leader del Pd, non può prevedere «un ritorno al 1992». All`Agroalimentare, davanti a questa affermazione, gli applausi sono tiepidi per usare un eufemismo. Il pericolo che possa ripetersi quanto già successo nel 2008, quando le candidature dei parlamentari calabresi (ma non solo quelle) vennero decise nel chiuso delle stanze romane, è forte e nessuno vuole più rivivere riedizioni di quel periodo. Bersani lo sa bene e per questo si affretta a precisare che serve «un rinnovamento morale della politica. La legge sulla corruzione ci vuole, un corruttore non può essere candidato e il maltolto deve essere restituito». Un modo diretto e di facile intuzione per dire che nulla sarà come prima. Si cambia registro, insomma: «Tutte le menti corte pensano ad un proporzionale che porti alla balcanizzazione e così ad un governissimo guidato da Mario Monti. Ma dalla palude vien fuori la palude e dobbiamo stare attenti». In questa battuta è racchiusa pure la risposta a Montezemolo che al Corsera dichiara di essere favorevole a un nuovo incarico al Professore. Bersani ironizza sul presidente della Ferrari: «Luca, vorrai mica guidare la macchina restando ai box?». Risate in sala ma per poco perché il segretario democrat ritorna con la voce seria ad attaccare a testa bassa: «Io chiedo: vogliamo uscire dalla eccezionalità italica o rimaniamo nell`emergenza? Vogliamo stare in Europa ma fuori dalla democrazia normale? Pensiamo che il mondo si tranquillizzi se resta il caso Italia? Qua non si parla di Monti sì o no ma se vogliamo rimanere nella eccezionalità».
Poi, la punzecchiatura a Matteo Renzi, con il quale nelle prossime settimane dovrà misurarsi per le primarie: «Per essere qui a Lamezia Terme, alla conferenza per il Sud, ho rinunciato ieri ad una foto con Clinton a Cesena dove ero stato invitato». Il riferimento è all`incontro (poi saltato) che doveva esserci tra l`ex presidente degli Usa e il sindaco di Firenze. A Renzi, Bersani manda a dire non ci sta a passare «per il buono e anche un po` coglione». E sulla sua apertura alle primarie nel Pd, chiarisce: «Se non le  avessimo fatte, staremmo mangiando pane e primarie tutti i giorni sui  giornali. Io la vedo positivamente, il giorno dopo potremo dire che  non ci ammazza più nessuno Non tollero che se mettiamo le regole diventano “contro Renzi”, io piuttosto sono contro Batman e le sue 30mila preferenze». Per uscire da questa spirale, secondo Bersani «c`è bisogno del Pd, basta autoflagellazione. Facciamo girare la ruota, diamo spazio alle nuove generazioni». Giù applausi a questo giro.
Bersani questa volta sa di toccare le corde giuste e affonda il colpo: «La Calabria è il punto più esposto dei disagi che vive per il Mezzogiorno. Per questo motivo mi auguro che il ministro dell`Interno risponda con atti concreti per ripristinare la legalità a Reggio Calabria e in Regione». Il segretario rivendica di aver aperto un dibattito in Parlamento («la prossima settimana approveremo la mozione sulla Calabria») per chiedere al governo impegni concreti a favore di questo lembo d`Italia, mette in guardia «dai populismi della destra» che tendono ad allagare la forbice tra Nord e Sud e torna a premere sulla necessità di accelerare sull`integrazione europea: «L`Europa è concepita come una specie di condominio ma il problema è se da condominio si riesce a passare alla cooperativa, che vuol dire bilanci in comune ma anche democrazia e partecipazione. Servono gli Stati Uniti d`Europa. Serve una fase costituente perché non possiamo lasciare le opinioni pubbliche in braccio agli euroscettici. Bisogna riaccendere la luce sulla coesione europea e far partecipare i cittadini in questo processo».
Finale, non prima di aver ricordato Angelo Vassallo (il sindaco di Pollica ucciso dalla camorra) e lodato l`azione dei sindaci di questa regione sottoposti alle pressioni del malaffare («che rischiano ogni giorno la vita per il loro contrasto alla criminalità e devono essere messi nelle condizioni di poter fornire servizi ai loro cittadini, ridando alle Regioni poteri di programmazione e legislativi ma non di governo, perchè il governo spetta ai Comuni»), con la promessa che a breve, forse in Calabria, «ci sarà una nuova riunione plenaria dei duemila giovani di “Finalmente Sud”», la scuola di formazione politica promossa dal Pd per i ragazzi delle regioni meridionali. «Ma non si tratta – mette in chiaro Bersani – di una risposta al nuovismo che va predicando Renzi». Sarà pure vero, ma il vento di competizione da primarie, in questa ultima domenica settembrina, spira forte all`Agroalimentare.

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