CATANZARO «Se in Calabria governa la destra più indecente del Paese, vuol dire che in Calabria c`è il centrosinistra più compromesso, più indagato, più vecchio e logoro e quindi più improponibile d`Europa». Lo afferma l`assessore regionale Domenico Tallini rispondendo alle affermazioni di sabato del commissario regionale del Pd Alfredo D`Attorre.
«Evidentemente – ha aggiunto – la gente calabrese ha saputo scegliere quanto meno il male minore. Bersani e D`Attorre, nuovi colonizzatori di un Pd che da tre anni viene tenuto sotto commissariamento, farebbero cosa buona e utile se facessero luce e chiarezza sui tanti scandali che hanno attraversato e attraversano il loro partito. Potrebbero cominciare a rimuovere l`indegno “scudo” dei parlamentari del Pd che impedisce ai giudici di Locri di processare l`onorevole Laganà indagata di truffa ai danni dell`Asl. La vera indecenza e` la situazione rovinosamente fallimentare lasciata in eredita` dal centrosinistra di Loiero, Adamo, Principe, questi ultimi due accanto a Bersani a soffiare le candeline del 61esimo compleanno del segretario, alla nuova classe dirigente guidata dal presidente Scopelliti: sanità allo sfacelo, i conti pubblici impazziti, l`assenza di una qualsiasi programmazione. Forse i risultati raggiunti dal presidente Scopelliti e dalla sua squadra sono al di sotto delle aspettative, in alcuni casi non sono stati comunicati opportunamente all`opinione pubblica, ma credo nessuno in Calabria senta il bisogno di rimpiangere i protagonisti della più brutta pagina della storia regionalista. Non è un caso, e questo è un dato che mi sono permesso di sottolineare, che a prendere in mano la leadership dell`opposizione sia stata la Cgil, vista l`inconsistenza e la scarsa credibilità del gruppo dirigente del Pd guidato da un commissario venuto in Calabria solo con l`obiettivo di farsi nominare al Parlamento».
«La migliore risposta alle sfacciate bugie di D`Attorre – ha concluso Tallini – è venuta, proprio in queste ore, dal sindaco di Amantea che si è dimesso dal Partito democratico denunciando “vecchi giochi di potere, di tessere, di caste, di dirigismo”. Anche questa, e forse soprattutto, è indecenza»
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