Zambetti: «Non sapevo che quelli erano della `ndrangheta»
MILANO Quando si era presentato per offrirgli la collaborazione per la campagna elettorale del 2001, l`ex assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti non sapeva che quel distinto co…

MILANO Quando si era presentato per offrirgli la collaborazione per la campagna elettorale del 2001, l`ex assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti non sapeva che quel distinto commerciante era nientemeno che un emissario della `ndrangheta. Se ne accorse dolorosamente in seguito quando l`uomo politico, stando alle accuse, non volle rispettare pienamente il patto e la `ndrangheta gli presentò il conto: «Foto compromettenti» che lo ritraevano a una «festa a Magenta», nel Milanese, in compagnia di Eugenio Costantino, quel distinto commerciante in gioielli e di Giuseppe D`Agostino, “l`ambasciatore“ per i rapporti con la politica delle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara e Barbaro-Papalia. Zambetti, arrestato martedì scorso per voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa, oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Milano Alessandro Santangelo, ma qualcosa ha voluto dirlo con delle dichiarazioni spontanee: «Non ho avuto contatti con le cosche». Almeno, non ne ebbe consapevolezza fino a quando arrivarono le minacce.
Nella richiesta di arresto, i pm spiegano però che Zambetti e Costantino erano in rapporti dal 2009, quando si tenne la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Sedriano (Milano), in cui l`ex assessore aveva dato «sostegno» alla candidatura della figlia, poi assunta all`Aler, del presunto esponente mafioso. L`uomo politico, che secondo il suo legale, Giuseppe Ezio Cusumano, si trova in condizioni di salute critiche, si è detto disposto a essere interrogato non appena avrà letto le documentazione che sta alla base dell’ordinanza che l`ha portato in carcere. Dovrà parlare anche di quella “lettera-pizzino” predisposta dalle famiglie mafiose da lui rappresentate nella quale veniva descritta la “genesi” dei rapporti tra le cosche e l`ex assessore e gli accordi «del patto di scambio stretto in vista delle elezioni regionali». C`erano, scrive il gip nell’ordinanza, anche le «sanzioni e ritorsioni che la stessa organizzazione criminale era intenzionata a mettere in atto in caso di mancato rispetto degli impegni» da parte dell’ex assessore: ovvero il pagamento di quei 200mila euro a fronte di un pacchetto di quattromila voti.
Che il pagamento sia avvenuto lo testimonia, secondo l`accusa, una telefonata intercettata in cui Costantino dice in modo sprezzante: «Hai visto quel “pisciaturu” (uomo di poco conto, ndr) di Zambetti ha pagato… eh… lo facevamo saltare in aria».
Stefano Rottigni
Ansa