`Ndrangheta e politica, il pm Lombardo in trasferta a Milano
Improvvisa trasferta milanese per Giuseppe Lombardo, magistrato della Direzione distrettuale antimafia reggina alle prese con le inchieste più scottanti sul fronte della contiguità tra `ndrangheta e…

Improvvisa trasferta milanese per Giuseppe Lombardo, magistrato della Direzione distrettuale antimafia reggina alle prese con le inchieste più scottanti sul fronte della contiguità tra `ndrangheta e politica.
Non era certo una missione programmata, quella di Lombardo, tuttavia nel pomeriggio di ieri il pubblico ministero reggino ha dovuto rivoluzionare la sua agenda e prendere il primo volo utile per Milano, dove in collaborazione con il procuratore aggiunto Ilda Boccassini ed i suoi colleghi della Dda segue almeno tre tronconi investigativi: quello collegato con l`inchiesta sul tesoriere della Lega, Belsito; quello sugli interessi delle cosche reggine rappresentate dal boss Paolo Martino e quello che riguarda il filone politico dell`inchiesta “Infinito”. E tuttavia al centro dell`incontro urgente con i colleghi milanesi ci sarebbero gli ultimi sviluppi dell`inchiesta sull`assessore regionale della Lombardia, Domenico Zambetti, finito in carcere per avere comprato voti dalla `ndrangheta.
Un`inchiesta, quest`ultima, che pare destinata ad avere dei robusti risvolti calabresi.
Dalle intercettazioni registrate dal reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Milano, infatti, è emerso che l`indagato Eugenio Costantino discutendo con il padre Antonio lo ha informato che le cosche della `ndrangheta avevano sostenuto la campagna elettorale del governatore Giuseppe Scopelliti alle ultime regionali del 2010. «Eugenio – scrive il pm Giuseppe D`Amico nella richiesta di custodia cautelare – aggiunge che, nella circostanza, anche Pino D’Agostino aveva contribuito alla raccolta di voti restando in Calabria per due mesi»
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Costantino è l`emissario della `ndrangheta che consegnò all`assessore regionale Zambetti una “lettera-pizzino” predisposta dalle famiglie mafiose da lui rappresentate. Una missiva che conteneva la ricostruzione precisa della genesi dei rapporti del politico con le organizzazioni criminali calabresi, degli accordi contenuti nel patto di scambio stretto in vista delle elezioni regionali del 2010, e delle sanzioni e ritorsioni che la stessa organizzazione criminale era intenzionata di mettere in atto in caso di mancato rispetto degli impegni assunti dall’esponente politico.
«Ma papà si comprano i voti. Che non li hanno potuti spendere questa volta? I voti si comprano! – è la frase di Costantino intercettata il 6 giugno 2011 all`interno della sua Bmw – Con Scopelliti, in Calabria, hai visto come ha fatto? – Sono andati là … li hanno pagati ed hanno comprato i voti, se non paghi i voti non vinci!.. Pure “Pino” è stato due mesi l’anno scorso con la pol… (politica, ndr)».
Anche in questa occasione il governatore della Calabria, avuta notizia del fatto (i quotidiani nazionali “Il Giornale” e “Repubblica” davano ampio spazio alle dichiarazioni che tirano in ballo Scopelliti), si è dichiarato assolutamente estraneo, dicendosi vittima di “parole in libertà” ed assicurando di avere intenzione di querelare i responsabili. Ciò, tuttavia, non blocca certo le indagini della magistratura inquirente che deve stabilire se quelle registrate erano delle millanterie oppure se c`è del vero nei dialoghi dei presunti mafiosi che già hanno inguaiato l`assessore Zambetti e messo in crisi Roberto Formigoni e la Giunta regionale della Lombardia.
Milano, in ogni caso, resta un fronte delicato per il presidente Scopelliti il cui nome già compare nei fascicoli della Dda di Milano. L`anno scorso era stato il boss Paolo Martino, arrestato nell`operazione “Redux”, a raccontare al gip Gennari dell`incontro che, alcuni anni prima, Scopelliti gli ha chiesto per entrare in contatto con l`impresario dei vip Lele Mora.
Più recente, invece, l`inchiesta che ruota attorno allo studio di consulenza legale Mgim, gestito dall`ex tesoriere dei Nar Lino Guaglianone. Uno studio di consulenza che, sospettano gli inquirenti, potrebbe essere un importante crocevia di interessi: dai milioni di euro della Lega Nord, investiti nei paradisi fiscali, agli affari della `ndrangheta reggina.
Nell`ambito di questa inchiesta, denominata “Breakfast”, gli agenti della Dia hanno intercettato le conversazioni tra Scopelliti e Bruno Mafrici che, per conto della Mgim, è stato consulente della Multiservizi, la società mista del Comune di Reggio al centro indagine “Archi-Astrea”. Proprio tale vicenda ha finito per spingere il prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta a spedire al Comune di Reggio Calabria una Commissione d`accesso i cui accertamenti hanno provocato lo scioglimento del Comune di Reggio per “contiguità” con la `ndrangheta.