E i boss gli procuravano le «femmine»
MILANO Per tenere in pugno l`ormai ex assessore regionale lombardo, Domenico Zambetti, finito in carcere per aver preso voti dalla `ndrangheta in cambio di favori e appalti, i presunti boss avrebbero…

MILANO Per tenere in pugno l`ormai ex assessore regionale lombardo, Domenico Zambetti, finito in carcere per aver preso voti dalla `ndrangheta in cambio di favori e appalti, i presunti boss avrebbero utilizzato anche qualche «cenettina», meglio se in compagnia di belle donne perché, come spiega uno degli arrestati in una intercettazione, «quello esce pazzo per le femmine». A svelare questo particolare è una registrazione ambientale effettuata dagli investigatori l`anno scorso e il cui contenuto è riportato negli atti allegati dell`inchiesta della Dda di Milano che ha fatto emergere un clamoroso e inquietante «patto» tra la mafia calabrese e la politica all`ombra del Pirellone. Nell`intercettazione del 6 giugno 2011, il presunto boss Eugenio Costantino – che, secondo l`accusa, avrebbe gestito i rapporti con l`assessore Zambetti per conto dei vertici della `ndrangheta in Lombardia – parla con Ciro Simonte, un altro degli arrestati. «A Sedriano – dice Costantino – fanno una riunione del partito tutti quanti. Ma devo chiamare a Marco (Scalambra, medico arrestato, ndr) per quanto riguarda il ristorante non so o lo abbandoniamo quel discorso?…Dobbiamo trovare un paio di troione, una sera di queste dobbiamo invitare Zambetti a cena, lo dobbiamo tenere sotto a Zambetti». E ancora: «Quello esce pazzo per le femmine, adesso parlo con Alessandro (Gugliotta, uno dei collettori di voti per Zambetti, secondo l`accusa, ndr) che ha un amico che ha le femmine a Milano, che lo spella veramente, organizziamo una cenettina». La `ndrangheta, dunque, avrebbe cercato in tutti i modi di tenere legato «a doppio filo» l`assessore, peraltro minacciato fino alle lacrime con il riferimento continuo all`ormai famosa «lettera-pizzino» per fargli rispettare gli accordi: 4mila voti in cambio di 200mila euro in contanti e del suo interessamento in relazione ad appalti e assunzioni di familiari degli affiliati. D`altronde –è il ragionamento di alcuni presunti boss come emerge dalle intercettazioni – sono solo dei «poveri idioti» quelli che si candidano alle elezioni e cercano di vincere senza «trucchi» e giocando «pulito». Il 31 maggio 2011, infatti, Costantino viene intercettato mentre parla al telefono con Scalambra. Come si legge in un`annotazione dei carabinieri del Comando provinciale di Milano, che hanno condotto le indagini, «lo sprezzante “poveri idioti”» con cui Costantino «definisce chi, in una competizione politica, ha cercato di vincere giocando pulito, la dice lunga sulla personalità dell`indagato e sull`unico interesse che questi, e di conseguenza i gruppi malavitosi cui lo stesso è stato ampiamente dimostrato essere legato, ha nel tessere rapporti con il mondo della politica». Nel frattempo Ambrogio Crespi, ritenuto dall`accusa uno dei presunti collettori di voti per Zambetti, ha fatto ricorso al Riesame, attraverso il suo legale, l`avvocato Marcello Elia, per chiedere l`annullamento dell`ordinanza d`arresto. Mentre Zambetti, difeso dall`avvocato Giuseppe Ezio Cusumano, continua a professarsi innocente e farà ricorso al Riesame nei prossimi giorni, comunque entro sabato. La prossima settimana, invece, l`ex assessore potrebbe essere interrogato dai titolari delle indagini, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e il pm Giuseppe D`Amico.