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«Giudizio immediato per Rappoccio»

REGGIO CALABRIA L`avvocato generale dello Stato, Francesco Scuderi, ha chiesto stamattina il giudizio immediato per l`ex consigliere regionale del Partito Repubblicano, Antonio Rappoccio. Secondo la…

Pubblicato il: 28/11/2012 – 13:50
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«Giudizio immediato per Rappoccio»

REGGIO CALABRIA L`avvocato generale dello Stato, Francesco Scuderi, ha chiesto stamattina il giudizio immediato per l`ex consigliere regionale del Partito Repubblicano, Antonio Rappoccio. Secondo la Procura generale ci sono prove troppo evidenti a carico del politico in carcere da agosto con l`accusa di associazione a delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato. È questa la ragione della richiesta formulata all`ufficio gip che, entro cinque giorni, dovrà decidere se disporre il giudizio immediato per Rappoccio che potrebbe comparire davanti al Tribunale saltando la fase intermedia delle udienze preliminari e l`eventuale rinvio a giudizio. Tuttavia, il consigliere regionale al centro dell`inchiesta della guardia di finanza potrebbe, una volta disposto il giudizio immediato, chiedere di essere processato con il rito abbreviato. In alternativa, il futuro processo a carico di Rappoccio potrebbe essere riunito a quello già in corso nell`ambito del quale il repubblicano risponde solo di corruzione elettorale. La richiesta del pg Scuderi nasce anche dalle motivazioni con le quali i giudici del Riesame hanno confermato l`ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Pedone. Motivando il rigetto dell`istanza di scarcerazione, infatti, il Tribunale della libertà aveva scritto che Antonio Rappoccio ha callidamente perseguito un crimine odioso e la Procura della Repubblica ha legittimato l`intervento della Procura generale, laddove ha omesso di perseguire nella sua interezza quel crimine odioso. Al centro dell`inchiesta, condotta dalla polizia giudiziaria della guardia di finanza, i concorsi fantasma banditi da alcune cooperative attraverso le quali Rappoccio e i suoi complici (oggi indagati) avrebbero promesso posti di lavoro inesistenti in cambio dei voti alle ultime elezioni regionali.
Il Riesame, in sostanza, ha evidenziato come «la struttura organizzativa ideata e coordinata da Rappoccio – è scritto nella sentenza del Tdl – era fondata non solo su un mero progetto di captazione del consenso elettorale ma si sostanziava nella strumentalizzazione del bisogno occupazionale di migliaia di giovani elettori e delle rispettive famiglie attraverso il consapevole studiato utilizzo di uomini e mezzi in vista della creazione di una fittizia selezione concorsuale e rappresentando possibilità di lavoro apparentemente concrete».
Prima ancora dei giudici del Riesame, anche il gip Vincenzo Pedone aveva sposato l`impianto accusatorio della Procura generale che aveva avocato l`indagine su Rappoccio e aveva chiesto il suo arresto. Nei confronti dell`esponente del Pri sussiste – ha scritto il gip – «il concreto pericolo di reiterazione dei reati atteso che le acquisite emergenze probatorie dimostrano senza alcuna possibilità di dubbio che l`indagato, se lasciato in libertà, continuerebbe ad utilizzare la struttura associativa creata per commettere quegli stessi reati che gli hanno consentito di essere eletto al Consiglio regionale nel marzo 2010».
Dalle indagini, avviate in seguito alle denunce dell`ex presidente del consiglio comunale Aurelio Chizzoniti, è emerso che Rappoccio «aspira a diventare membro del Parlamento nazionale. Che le mire di Rappoccio andassero ben oltre la carica di consigliere regionale emerge anche dalle parole di un soggetto molto addentro alle “segrete cose” dell` “onorevole”: Pasquale Tommasini (deceduto pochi mesi fa, ndr), il quale, interrogato dalla polizia giudiziaria, riferisce delle intenzioni del Rappoccio di candidarsi alle elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale. Se non fosse intervenuto l`esposto dell`avvocato Aurelio Chizzoniti, Rappoccio avrebbe potuto continuare, indisturbato, a delinquere, con buona pace dell`articolo 112 della Costituzione».

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