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Clan in Comune, l`assessore: non avevo potere

CONDOFURI «L`assessore non prende mai decisioni da solo, lui non ha alcun potere per cui anche se Iaria mi avesse detto cosa fare io non avrei potuto fare nulla». È un curioso concetto delle responsa…

Pubblicato il: 28/11/2012 – 17:14
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Clan in Comune, l`assessore: non avevo potere

CONDOFURI «L`assessore non prende mai decisioni da solo, lui non ha alcun potere per cui anche se Iaria mi avesse detto cosa fare io non avrei potuto fare nulla». È un curioso concetto delle responsabilità politiche derivanti dall`occupare una poltrona in assessorato, quelle che Filippo Rodà, ex responsabile dei Lavori pubblici al Comune di Condofuri, ha tentato oggi di spiegare al processo Konta Korion che lo vede imputato con l`accusa di essere il referente politico della cosca Rodà-Casile.
Il clan, plenipotenziario nella zona di Condofuri, secondo l`accusa – sostenuta dal pm della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo e già sostanzialmente confermata dalla sentenza in abbreviato che ha portato alla condanna di ventidue uomini del clan – avrebbe condizionato illecitamente le attività del Comune di Condofuri anche grazie a uomini come Rodà.
L`ex assessore, infermiere di professione e per sua stessa ammissione fulminato sulla via di Damasco della politica attiva «due, tre mesi prima delle elezioni», alle successive consultazioni risulterà primo fra gli eletti. Sarà lui in seguito il prescelto per l`ambita carica di assessore ai Lavori pubblici.
Una “condizione” che, stando a quanto svelato dall`inchiesta Rodà, già diversi mesi prima delle consultazioni avrebbe discusso con Maurizio Iaria, ritenuto dagli inquirenti il trait d`union tra le ditte riconducibili al clan aggiudicatarie degli appalti e la Pubblica amministrazione e per questo già condannato in abbreviato a 7 anni e 8 mesi. Una conversazione che gli inquirenti hanno ascoltato e registrato che Rodà non ricorda, ma derubrica a «normale discorso politico». Allo stesso modo minimizza quelle conversazioni intercettate – ricordate oggi in aula dal pm De Bernardo – che hanno portato gli inquirenti a ipotizzare che Rodà non fosse che una consapevole pedina nella mani dei clan, orientata a dovere proprio da Iaria, geometra di professione, dunque tecnico dotato di esperienza nel settore, in grado di orientare le gare, curare gli aspetti burocratici e amministrativi, fornendo al clan il necessario sostegno per accaparrarsi i migliori appalti. Con Iaria, Rodà discuteva quali tariffe fosse necessario aumentare, chi era necessario contattare, quali provvedimenti si dovessero prendere, ma per l`ex assessore ai Lavori pubblici di Condofuri si trattava solo di «consigli».
«Io ero alla prima esperienza, mentre Iaria era del settore. Gli chiedevo di spiegarmi come fare, consigli. Non mi ha mai dato ordini, non mi diceva cosa fare, e in ogni caso io seguivo la mia testa», ha sostenuto oggi Rodà, provvidenzialmente assente – stando a quanto dichiarato – anche nei momenti più delicati, come quello della scelta del vicesindaco. Una battaglia che per i pm che hanno istruito l`inchiesta non fu meramente politica, ma anche criminale. «La scelta del vicesindaco non so nel dettaglio come sia stata fatta perché in quel periodo ero malato. Generalmente si tratta di spartizioni politiche fra i diversi partiti, ma non conosco i dettagli di Condofuri perché ero malato e dopo non mi sono interessato», ha sostenuto Rodà che oggi attende in carcere l`esito del processo.
I magistrati sostengono che la cosca Rodà-Casile era riuscita non solo a inserire un proprio uomo nelle liste, ma anche a fargli raccogliere un numero tale di preferenze da poter pretendere il cruciale assessorato ai Lavori pubblici, da cui gestire comodamente affari e appalti attraverso un apposito comitato di coordinamento al cui vertice c`erano Francesco Bruzzese e Concetto Bruno Candito, ritenuti capi del sodalizio e per questo condannati in abbreviato rispettivamente a dieci anni e nove anni e quattro mesi. A seguito dell`inchiesta Konta Korion, da cui il procedimento scaturisce, la Prefettura ha disposto la commissione d`accesso , la cui relazione conclusiva ha portato allo scioglimento del Comune di Condofuri.

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