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Piccoli poeti crescono

CATANZARO Un autentico festival della poesia in tempi dove l’arte dello scrivere sembra essere poco di moda… ma solo in apparenza. Un festival, organizzato da un’associazione nata dall’idea di sett…

Pubblicato il: 07/01/2013 – 10:56
Piccoli poeti crescono

CATANZARO Un autentico festival della poesia in tempi dove l’arte dello scrivere sembra essere poco di moda… ma solo in apparenza. Un festival, organizzato da un’associazione nata dall’idea di sette brillanti giovani catanzaresi, tutti convinti che si può e si deve puntare sempre di più all`associazionismo, al fine di traguardare idee e obiettivi comuni per lo sviluppo socio-culturale della città. Giovani, che sin dal momento della costituzione di Catanzaro 2.0, si sono confrontati su ciò che la storia ci insegna, ma anche e soprattutto su aspetti della quotidianità e sulle prospettive sociali che, giorno dopo giorno, sognano e che concretamente tenderanno a delineare. La premiazione del concorso letterario, a livello nazionale, “Poeticamente innovativi”, ha permesso così di riscoprire il fascino di una nobile arte, senza tempo, registrando un gran successo in virtù del massiccio numero di adesioni (ben 175).
«Ai poeti si deve gratitudine» è stata la riflessione pronunciata da uno dei giurati che ha incarnato lo spirito dell’iniziativa, che, nelle intenzioni degli organizzatori, è stato un vero e proprio festival della poesia «in modo da poter consentire – ha dichiarato il presidente dell’associazione, Antonio Rotundo – la crescita di un evento che vuole diventare nel tempo un appuntamento sempre più prestigioso per la nostra città».
E la cerimonia di premiazione, tenutasi nella sala congressi degli uffici del supermercato EuoSpin di Catanzaro, presentata dal giornalista Vittorio Ranieri alla quale hanno preso parte Antonio Rotundo, Andrea Rotundo (segretario di Catanzaro 2.0 nonché ideatore dell’evento) e i giurati Nunzio Belcaro (in rappresentanza della libreria Ubik) e Gianluca Pitari (dell’associazione culturale “La masnada”), è stata l’occasione per focalizzare anche l’attenzione su cosa sia la passione per l’arte dello scrivere poesie. Un’arte che è «innata, nasce spontanea e porta anche sofferenza», come ha sottolineato Belcaro, e che – ha aggiunto Ranieri, parafrasando i versi di Gibran – rappresenta «il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire».
Il concorso, aperto a tutti gli amanti della poesia che nelle scorse settimane hanno avuto così l‘occasione di inviare i propri scritti riguardanti il dialetto catanzarese, un argomento religioso oppure un tema libero, ha avuto quindi il suo degno prologo nella giornata di ieri. Gli scritti, inviati da tutta Italia, sono stati al vaglio di una commissione giudicatrice che ha provveduto a selezionare le tre più belle poesie per ogni sezione, i cui autori sono così stati premiati (con targa e medaglia), avendo tra l’opportunità di recitare i propri brani in un’atmosfera suggestiva con l’accompagnamento al pianoforte di Francesco Silipo ed al violino di Serena Mustari.
Nella sezione a tema libero, il primo premio è andato a Marco Angilletti con la poesia “Sparisci”, al secondo posto invece s’è classificata Elisa Chiriano (“l’eterno in un attimo”) ed al terzo Renato De Nardis (“La finestra dell’animo”). Per il tema religioso, sul gradino più alto del podio si è piazzato Sandro Rippa con la poesia “dai tuo moti derivo, oh signore”, mentre Armando Colacrai (“Il bianco lallare di una conchiglia di dio”) s’è classificato al secondo posto e Maria Teresa Scolieri (“Così la immagino”) al terzo posto. Nella sezione dialettale, ha vinto la poesia “E… u tempu” di Angela Cittadino, mentre sul secondo gradino del podio s’è piazzata la poesia “Comu quannica” di Antonio Guzzi e sul terzo “Natala ala casa mia” di Alessandra Democrito. Nell’angolo delle menzioni speciali, il premio simpatia se l’è aggiudicato Annita Ferragina con “A gulia” e quello della critica è stato assegnato a Pietro Gallo (“Il lessico cinico”), mentre in qualità di più giovani partecipanti (come dire, poeti in erba) stati premiati Emmanuel Raffa (“Memoria dell’Olocausto) e Martina Sandri.

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