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Picchiò la fidanzata soldatessa, condannato Nunzio Calabrese

REGGIO CALABRIA Tre anni e mezzo di reclusione, 900 euro di multa, 15mila euro di provvisionale in favore della vittima e il risarcimento dei danni da stabilire in separata sede. Questa la condanna i…

Pubblicato il: 07/01/2013 – 11:46
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Picchiò la fidanzata soldatessa, condannato Nunzio Calabrese

REGGIO CALABRIA Tre anni e mezzo di reclusione, 900 euro di multa, 15mila euro di provvisionale in favore della vittima e il risarcimento dei danni da stabilire in separata sede. Questa la condanna inflitta oggi dal giudice monocratico di Ascoli, Marco Bartoli, a Nunzio Calabrese, il 27enne di Reggio Calabria che il 27 ottobre 2012 picchiò selvaggiamente la sua fidanzata, una soldatessa del 235° Rav Piceno. L`accusa per lui era di lesioni personali gravi e rapina ai danni di Sonia Viola Mammone, che nella violenta aggressione riportò la doppia frattura scomposta della mandibola. La sentenza di condanna è stata in linea con le richieste del pm Enrica Ruggieri. Il giovane, nella precedente udienza, si era giustificato dicendo: «Mi dispiace molto, non volevo farle così male. Avevo bevuto tantissimo quel giorno. L`amavo e l`amo ancora». La giovane era reduce dal giuramento al termine del corso per volontaria di ferma prefissata. In un B&B alle porte di Ascoli avvenne l`aggressione per motivi economici, come lei stessa ha riferito. «Mi aveva presa a schiaffi già a luglio, per gelosia, ma avevo superato quell`episodio, ma stavolta no, non lo perdono – aveva detto la 21enne di Reggio Calabria durante il dibattimento -. Ho dovuto consegnagli la tessera postepay per convincerlo a portarmi in ospedale dopo avermi colpito con calci, pugni, stretto le braccia al collo e avermi tappato la bocca. Mi ha anche minacciata e con me la mia famiglia se avessi riferito che era stato lui a rompermi la mandibola a pugni». Sonia fu convinta a dire come erano effettivamente andate le cose dal comandante del Rav Piceno colonnello Michele Vicari e dal comandante della compagnia tenente Sergio Cesaroni.

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