Una visita per le comunità mariane calabresi. Lo chiede, in una lettera a Papa Bergoglio, Giovanni Paola, sindaco del Comune di Conflenti, capofila del Consorzio Calabria Giubileo 2000. «Sua Santità – scrive –, con sentimento di profonda emozione e con grande umiltà, mi onoro di porgermi alla Sua attenzione, a nome dell’Associazione “Consorzio Calabria Giubileo 2000 – l’Itinerario Mariano Calabrese” che raggruppa i 17 Comuni sui cui territori insistono i Santuari Mariani più importanti della Calabria, per chiedere la disponibilità a dedicare la Sua presenza nella nostra Regione per una giornata di raduno dedicato ai fedeli di tutte queste importanti comunità religiose».
Spiega poi Paola: La nostra idea sarebbe quella dell’organizzazione di una solenne celebrazione papale, individuando la più comoda fra le possibili sedi, in una qualsiasi parte della Calabria, poiché i 17 Comuni cointeressati al progetto si distribuiscono geograficamente in modo quasi ubiquitario su tutto il territorio regionale. La peculiarità e la storicità dell’evento – aggiunge – potrebbe essere rappresentata anche dalla concentrazione di tutte le 17 Statue Mariane che simboleggiano un solo culto, ma con diverse espressività (la Madonnna “Nera dei poveri”; della “Quercia”; della “Catena”, di “Monserrato”; della “Luce”; del “Pettoruto”; di “Porto”; delle “Armi”; delle “Grazie”; di “Dipodi”; dello “Scoglio”; della “Cona”; della “Montagna”; della “Grotta”; di “Termine”; di “Santa Maria del Bosco”; del “Carmelo”), le quali tutte trasmettono, da centinaia di anni, forti emozioni popolari, evocano tradizioni e creano indissolubili legami e sincronie con la cultura locale».
Del Consorzio fanno parte, assieme al capofila, anche i Comuni di Dipignano, Gimigliano, Pentone, San Luca, Seminara, Serra San Bruno, Torre di Ruggiero, Feroleto Antico, Magisano, Vallelonga, Cerchiara di Calabria, San Sosti, Scalea, Placanica, Petronà e Cittanova.
«La Calabria – si legge poi nella lettera del primo cittadino del centro del Catanzarese –, terra aspra, povera e ricca di sofferenza, ma dagli alti contenuti spirituali con trasmissibilità di calore, cultura, colori e musicalità, troverebbe, con la presenza del Santo Padre, un momento storico di rivendicazione interiore e di riscatto umano e saprebbe certamente specchiarsi con la ricca dotazione dei propri valori. La popolazione calabrese, da sempre vittima della piaga della criminalità organizzata, ha subìto, nel tempo, pregiudiziali e l’onta dell’emarginazione dai grandi circuiti».
Secondo Paola «a poco vale l’innegabile privilegio di poter contare sulla bontà di risorse interne, quali la rigogliosa cultura e gli aspetti naturalistici, per porre noi calabresi, in pari dignità, al confronto ed al dialogo con entità socio-economiche diverse. Il Santo Padre in Calabria sarebbe un premio inestimabile per la nostra terra, ma anche una gratificazione per il Papa stesso, che andrebbe ad incidere significativamente nella storia della Regione, apportando, in tutte le coscienze, nuove sensibilità con rinnovati stimoli ed impulsi etici».
«La recente scelta, ricaduta su un figlio di Argentina, ci emoziona tantissimo e ci avvicina ancora di più al Santo Padre, perché la terra “Platense” è molto vicina a noi in quanto essa ha rappresentato la meta privilegiata per l’emigrazione calabrese, ed oggi, in quella nazione amica, si conta una presenza di tantissimi corregionali (in numero triplo rispetto agli attuali abitanti della Calabria) che pur mantenendo la fierezza della propria origine, hanno dimostrato capacità di sapersi integrare nel tessuto politico, economico e sociale dello Stato ospitante. Poiché c’è in noi la forte convinzione che la presenza di Sua Santità in Calabria procuri un grandissimo premio per la nostra popolazione, Le vorremmo chiedere di darci la possibilità di meglio esprimere questi concetti attraverso la richiesta di udienza ad una nostra delegazione». (0070)
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