Marini silurato, Bersani si dimetta

La mancata elezione di Franco Marini, al di là delle considerazioni sulla levatura politica del personaggio, che fa seguito ai cinquanta giorni di inutile melina per la formazione di un governo, sta a dimostrare che per uscire dal vicolo cieco in cui si è infilato il Pd serve una presa di coscienza dell’attuale gruppo dirigente del Partito nell’ammissione di un fallimento totale nella conduzione delle primarie prima, della campagna elettorale poi e della gestione della delicata situazione politica in quest’ultima fase.
Dinanzi a tanta dimostrazione di palese inadeguatezza logica vorrebbe che si prendesse atto degli errori commessi e si passasse la mano a favore di chi aveva presagito una tale condizione sia all’atto dello svolgimento delle primarie e sia, soprattutto, nel corso della più insulsa campagna elettorale, condotta all’insegna di una superficiale autosufficienza sia sul piano dei contenuti che su quello della comunicazione. Occorre avere consapevolezza che la bocciatura registrata nei confronti dell’ex segretario generale della Cisl più che un giudizio di merito nei riguardi della sua persona  è stata la certificazione finale di una sconfitta annunciata che sarebbe un errore sottovalutare addebitandola all’irresponsabilità dei franchi tiratori o alla responsabilità dei tiratori franchi. Si tratta ora di agire tempestivamente prima che possa contagiare la lunga serie degli appuntamenti elettorali che dalle amministrative immediate ci porterà alle prossime politiche e alle europee del 2014, per cui è indispensabile azzerare tutto e ricominciare daccapo!
In questo contesto  la prima mossa spetta a Bersani nell’ammettere di non essere stato all’altezza del peso delle responsabilità che la complicata situazione politica imponeva e di trarre le dovute e doverose conseguenze, prima che sia troppo tardi e la catastrofe del big-bang si abbatta sul Pd, sul centro sinistra e sul Paese intero, i cui interessi devono essere anteposti ad ogni formalismo comportamentale assimilabile a stolte e incomprensibili difese di principi antitetici e antistorici. Se si è convinti assertori della necessità che la ruota giri è bene che giri per tutti, altrimenti di da l’impressione che si tratti di una ruota che la si fa girare con il tele comando, magari affidato a mani estranee all’interesse generale o magari a mani nemiche. (0010)

*Amico di Matteo Renzi e Socio Fondatore “Risveglio Ideale”