Droga nel Vibonese, ridotte le pene per sette imputati

Sette condanne ridotte, sette assoluzioni e 17 posizioni inalterate. È questa la sentenza di secondo grado per gli imputati nel processo nei confronti dei componenti di una organizzazione dedita al traffico di droga arrestati nell`ambito dell`operazione denominata “Ghost”. La sentenza è stata emessa dai giudici della Corte d`Appello di Catanzaro. La riduzione delle condanna riguarda Giuseppe La Pietra (4 anni e 8 mesi), Giosué Cosentino (5 anni 6 mesi), Gianfranco Ceravolo (7 anni), Giuseppe Capomolla (4 anni 5 mesi), Mazzotta Francesco Salvatore (5 anni), Sabatino Bruno (6 anni 6 mesi) e Piero Sabatino (10 anni 8 mesi) ritenuto il capo dell`organizzazione criminale. Sono stati assolti Antonino Zupo (ucciso in un agguato lo scorso 22 settembre), Anna Maria Cannatelli, Maria Giovanna
Capomolla, Bruno Ciconte, Giuseppe Mazzotta e Stefano Ferravite. Per tutti gli altri imputati è state confermata la sentenza di primo grado con cui erano stati condannati Antonino Macrì, 8 anni e 2 mesi; Girolamo Macrì, 5 anni 4 mesi e 20 giorni; Luigi Giampà, 5 anni e 4 mesi; Vincenzo Sabatino, 4 anni 6 mesi e 20 giorni; Pietro Nardo, 4 anni 5 mesi e 10 giorni; Domenico Monardo, 4 anni 5 mesi e 10 giorni; Francesco Sciarrone, 1 anno 5 mesi e 10 giorni; Bruno Chiera, 1 anno e 4 mesi; Giuseppe Bertucci, 10 mesi e 20 giorni; Domenica Cocciolo, 10 mesi e 20 giorni. Già in primo grado erano stati assolti, invece, Francesco Romano, Daniele Pulitano, Rosaria La Manna, Giovanni Emmanuele, Danilo Donato, Domenico Grillo, Vincenzo Brogna.
Gli imputati sono stati coinvolti nell`operazione della Squadra mobile di Vibo Valentia chiamata “Ghost” e portata a termine nel gennaio del 2011. Le indagini dei poliziotti andarono avanti per oltre due anni durante i quali fu ricostruito il traffico di droga nella zona di Gerocarne, Pizzo, Soriano, Lamezia Terme e Firenze. Gli spacciatori furono individuati attraverso una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche. Le fasi del traffico di droga furono registrate attraverso le telecamere sistemate dagli investigatori in un capannone a Gerocarne. (0080)