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Operazione "Torno subito", scarcerati altri 3 dipendenti

Arrivano altre tre scarcerazioni per i dipendenti del Comune di Reggio Calabria coinvolti nell’operazione “Torno subito”, l’inchiesta che nelle scorse settimane ha scoperchiato l’allegra (auto)gestio…

Pubblicato il: 09/05/2013 – 15:32
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Operazione "Torno subito", scarcerati altri 3 dipendenti

Arrivano altre tre scarcerazioni per i dipendenti del Comune di Reggio Calabria coinvolti nell’operazione “Torno subito”, l’inchiesta che nelle scorse settimane ha scoperchiato l’allegra (auto)gestione dei turni di lavoro a Palazzo San Giorgio. 
Il Tribunale del riesame ha disposto la trasformazione degli arresti domiciliari in un’interdittiva dall’esercizio del pubblico servizio per Rosanna Trimboli (due mesi) e Pietro Errigo (un mese), difesi entrambi dall’avvocato Aurelio Chizzoniti, così come per Natale Ateneo, assistito dal legale Agostino Siviglia.
Analogo provvedimento era stato disposto nelle scorse settimane per Saverio Foti, Roberto Quartullo, Paolo Campolo e Consolato Erbi. Per Cataldo Iozzi, il giudice si era invece limitato a revocare la misura cautelare senza disporre l’interdittiva perché non risulta più essere dipendente dell’ente. In precedenza invece era stata disposta l’immediata scarcerazione anche di Giuseppe Scopelliti, dipendente comunale in servizio presso l’ufficio stampa comunale, ma ormai in pensione, dunque impossibilitato a reiterare il reato o inquinare le prove.
Infine, il medesimo provvedimento interdittivo, era stato disposto nelle scorse settimane dal gup Bennato anche per altri ventinove dipendenti comunali oggi formalmente indagati per truffa. 
Per il pm Antonella Crisafulli – che ha coordinato l’inchiesta che ha fatto scattare i domiciliari per 17 dipendenti e la denuncia a piede libero per altri settantotto – sono tutti  responsabili di aver truffato l’ente, assentandosi dal lavoro pur risultando regolarmente in servizio, grazie a un collaudato sistema che permetteva loro «con artifizi e raggiri, consistiti nell’attestare la propria presenza sul luogo di lavoro tramite la timbratura del proprio cartellino marcatempo, poi allontanandosi senza giustificato motivo», di procurarsi «un ingiusto profitto, consistito nella retribuzione ricevuta nelle giornate di assenza ingiustificata, con pari danno per l’ente locale». 
Alcuni di loro – hanno registrato gli uomini della Guardia di finanza – non dovevano neanche disturbarsi a timbrare il cartellino perché altri colleghi – più mattinieri – lo avevano fatto per loro. Tutti quanti avrebbero confidato – si legge nell`ordinanza – «nell`impunità implicitamente ritenuta proprio in ragione della diffusione del fenomeno illecito dagli stessi ideato. 
Si tratta di fatti così disinvolti, quasi sfacciati, nella loro diffusività e penetrazione in qualsivoglia settore amministrativo da lasciare comprendere il senso di impunità che anima gli agenti, al punto da renderli sordi a qualsiasi richiamo anche di minima cautela nell`esecuzione dei raggiri funzionali alla commissione dei reiterati delitti». (0010)

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