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Unical, esposto di Pino Nano sul fascicolo “monco”

CATANZARO Pino Nano torna a urlare la sua verità: «Il mio fascicolo personale universitario, così come sequestrato in sede d`indagine, era assolutamente mancante di tutti i documenti – compresi tutti…

Pubblicato il: 20/05/2013 – 8:25
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Unical, esposto di Pino Nano sul fascicolo “monco”

CATANZARO Pino Nano torna a urlare la sua verità: «Il mio fascicolo personale universitario, così come sequestrato in sede d`indagine, era assolutamente mancante di tutti i documenti – compresi tutti gli statini degli esami sostenuti dal sottoscritto – che invece dovevano essere contenuti in quel fascicolo». Il giornalista Rai, uno degli indagati “eccellenti” dell`inchiesta denominata “Centodieci e lode” – la cui udienza preliminare è in programma per oggi – lo fa in un esposto-denuncia (datato 6 maggio 2013) alla Procura di Catanzaro, dove il procedimento è stato trasferito per competenza da Cosenza. Una versione, quella «della soppressione, della distruzione o dell`occultamento degli atti personali attinenti alla mia carriera universitaria», esposta da Nano già in sede di interrogatorio davanti al pm, il 15 novembre scorso.
L`inchiesta “Centodieci e lode” è concentrata sui presunti falsi esami sostenuti presso la facoltà di Lettere e filosofia dell`Università degli studi della Calabria. Le 61 persone (tra cui il docente Unical Daniele Gambarara e lo stesso Nano) per le quali è stato ufficialmente richiesto il rinvio a giudizio dovranno comparire oggi davanti al gup Giovanna Mastroianni. Tredici, invece, le richieste di archiviazione. Tre studentesse (due laureate e una laureanda) hanno proposto, tramite i loro legali di fiducia, il patteggiamento della pena a 6 mesi e 20 giorni per falso e frode informatica (una pena ridotta sulla quale influiscono la scelta del rito e le generiche): i pm Antonio Bruno Tridico e Alessia Miele – in forza rispettivamente alle Procure di Cosenza e Catanzaro – hanno dato il loro consenso. ???
Nano, difeso dall`avvocato Amedeo Bianco del foro di Catanzaro, in un documento di appena tre pagine evidenzia le frasi cruciali sottolineandole e usando le maiuscole: «Anche altre persone – si legge in uno di questi passaggi – avevano già dichiarato in sede di informazioni testimoniali innanzi la polizia giudiziaria che il fascicolo personale universitario dello scrivente mancasse della maggior parte del suo contenuto»: il riferimento è «ai verbali di sommarie informazioni rese da Daniele Gambarara l`11 e il 26 aprile 2012», verbali che il giornalista vibonese, ex caporedattore della testata giornalistica calabrese, allega in copia. «Nonostante quanto già dichiarato da Gambarara – scrive ancora Pino Nano –, nessun ufficiale di pg si è preso briga di registrare tale “anomala” circostanza e di riferirne al pubblico ministero titolare dell`indagine». ?
Secondo il giornalista «appare di tutta evidenza che l`“eliminazione” degli statini degli esami sostenuti, del libretto universitario e del verbale del Consiglio di facoltà dal mio fascicolo personale ha compromesso irrimediabilmente la possibilità per il sottoscritto di difendersi dalle accuse: l`intera documentazione, non essendo più riproducibile nella stessa forma, natura o condizione, ha fatto venire meno anche solo la possibilità di provare che quegli esami siano stati effettivamente sostenuti e superati senza alcuna falsificazione», eliminando «a priori la loro efficacia probatoria» e compromettendo «gravemente la difesa rispetto a un`imputazione di falso».
Pino Nano ha, contestualmente, sporto denuncia contro ignoti per soppressione, distruzione e occultamento di atti veri (art. 490 del codice penale).

LA FIRMA FALSA DEL PROF IN PENSIONE
E I SETTE 30 E LODE IN UN SOLO GIORNO
Le indagini hanno avuto inizio dopo la denuncia del preside della facoltà di Lettere e filosofia, Raffaele Perrelli, che fu informato di come un docente della sua facoltà, Roberto Bondì, non avesse riconosciuto come sua la firma visibile su uno degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato in una seduta di laurea. Ma durante le indagini sono emersi casi clamorosi come quanto accaduto per gli esami di Storia della filosofia: chi manomise lo statino, infatti, aggiunse la firma del professore che era andato in pensione un anno prima. L’ex titolare della cattedra, sentito dal pm Tridico, non ha riconosciuto come sue le firme apposte sugli statini: «E comunque – ha aggiunto – io in quel periodo da almeno un anno ero in pensione…». C`è anche chi sarebbe riuscito a dare 7 esami in un giorno, superandoli tutti brillantemente con un bel 30 e lode, filando via verso la laurea. Conseguita, manco a dirlo, con il massimo dei voti.
Sono moltissime le carte sequestrate nel corso delle indagini, numerose anche le consulenze grafologiche che hanno portato alla luce un complesso sistema di “collaborazione” per “agevolare” l`iter accademico di studenti «ansiosi di giungere al conseguimento della laurea, senza compiere alcuno sforzo». Il meccanismo utilizzato era semplice: si fotocopiava uno statino già utilizzato, si sostituiva il nome dello studente che aveva realmente sostenuto l`esame, si apponeva la firma del docente, con quest`ultimo ignaro di tutto, e si inseriva nel fascicolo del futuro laureando.
Il tutto pare fosse diventato – almeno per qualcuno – “sistema”, proprio nei cubi di Arcavacata che meno di una settimana fa hanno ospitato la lectio sulla legalità di Roberto Saviano. (0070)

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