IN EDICOLA | Il pezzo mancante della "trattativa"

La “trattativa” Stato-mafia non fu un accordo che riguardò solo Cosa nostra. Un`informativa segreta della Dia – pubblicata sul numero del Corriere della Calabria in edicola questa settimana – dimostra come anche la `ndrangheta calabrese fosse parte di un complesso piano di attacco alle istituzioni. Eppure, finora nessuna sentenza di Tribunale ha accertato questa verità. Tante cose sapevano i vertici dello Stato. Come il fatto che i clan calabresi erano in possesso di ordigni ad alto potenziale,  sicuramente poco adatti a una guerra di mafia, seppur sanguinosa come quella che sconvolse Reggio dall“85 al `91. Il Paese è in preda a forti scossoni politici e sociali, e allora la criminalità organizzata cambia strategia. Le strutture militari sono costrette alla mobilitazione in vista di un imminente colpo di Stato. Il rischio neanche troppo remoto è che i fermenti secessionisti trovino finalmente uno sbocco nell`architettura costituzionale italiana. Ed è in questo contesto che prendono vita le cosiddette leghe del Sud, che rientrano in un progetto di più ampio respiro, coordinato – si saprà poi – dall`uomo simbolo dell`area grigia: l`ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, il vero punto di contatto tra la mafia e gli uomini delle istituzioni repubblicane. È stato il figlio Massimo a svelare l`esistenza del “papello”, eppure alcuni inquirenti – poi transitati alla Procura di Reggio – non gli avrebbero fatto domande sulla “trattativa”. Intanto, torna a prendere corpo l`idea che l`omicidio del giudice Antonino Scopelliti abbia sugellato l`unione tra Cosa nostra e `ndrangheta. Ma le indagini su quel delitto continuano a riaffiorare, per poi scomparire di nuovo. (0040)

(La storia di copertina, “Il pezzo mancante”, con i servizi di Paolo Pollichieni, Pietro Bellantoni e Alessia Candito, è sul Corriere della Calabria numero 101, in edicola fino al 30 maggio)