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L`omicida è apparso imperturbabile

REGGIO CALABRIA Nessun segno di rimorso o rimpianto. Nessun moto di disperazione per il folle gesto appena compiuto. Quando Antonino Canale è arrivato nella Questura di Reggio, solo pochi minuti dopo…

Pubblicato il: 21/07/2013 – 20:55
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L`omicida è apparso imperturbabile

REGGIO CALABRIA Nessun segno di rimorso o rimpianto. Nessun moto di disperazione per il folle gesto appena compiuto. Quando Antonino Canale è arrivato nella Questura di Reggio, solo pochi minuti dopo aver trucidato la cognata scaricandole addosso i caricatori di due fucili da caccia, sembrava perfettamente lucido, tranquillo, quasi impassibile. La medesima imperturbabilità che sembra aver mantenuto durante gli accertamenti tecnici di rito, il tampone e la prova stub, che hanno confermato la presenza di polvere da sparo sulle mani dell’uomo. Bisognerà aspettare lunedì perché il pm Annalisa Arena, titolare del fascicolo, convochi il killer per ascoltare la sua versione dei fatti. Una conversazione dall’esito non scontato. Al vaglio degli inquirenti c’è infatti anche l’ipotesi di un delitto premeditato. Nel frattempo però, a meno di ventiquattro ore dalla sparatoria durante la quale la cinquantottenne Angela Arcudi, cognata e vicina di casa dell’uomo, ha perso la vita, mentre il marito Salvatore, fratello dell’uomo, e i figli, Natale e Demetrio, sono rimasti feriti, per gli investigatori il quadro è chiaro. Mentre i tre venivano immediatamente soccorsi e curati agli Ospedali Riuniti – uno di loro è già stato dimesso, mentre il padre e il figlio maggiore rimangono ricoverati per accertamenti – le indagini sono state sviluppate in fretta. Ad alimentare la furia omicida dell’uomo sarebbero stati rancori datati, accumulati e coltivati nel corso degli anni di convivenza nella medesima palazzina. Antonio Canale non gradiva che i nipoti parcheggiassero di fronte alle sue finestre. Una «fissazione» – dice chi lo conosceva – che tante volte era stato motivo di screzio fra le due famiglie. Anche ieri pomeriggio, attorno alle quattro, il settantaquattrenne aveva chiesto in malo modo al nipote di spostare le auto, inclusa quella del ragazzo, che la notte precedente era andata a fuoco. Una richiesta che il ragazzo non ha tenuto in considerazione, assicurando allo zio che lo avrebbe fatto dopo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso per Canale che, poco prima delle venti, ha imbracciato il fucile e ha iniziato a sparare contro la famiglia del ragazzo, uccidendo la cognata.Tutto si sarebbe svolto nel giro di una decina di minuti. Antonino Canale non era solo in casa, ma il figlio, profondamente addormentato, non si sarebbe accorto di nulla. Svegliato dai primi colpi, il ragazzo sarebbe inizialmente riuscito a disarmare il padre, strappandogli l’arma dalle mani. Ma nonostante l’intervento del ragazzo, Antonino Canale non ha rinunciato ai suoi propositi. Rientrato in casa, mentre il figlio si allontanava per disfarsi dell’arma, avrebbe preso un secondo fucile e, tornato fuori, avrebbe sparato prima contro la cognata, quindi sul marito e i figli della donna.
Un gesto insensato che solo per pura casualità non ha avuto conseguenze ancora più gravi. La sparatoria è avvenuta accanto al rinomato bar Villa Arangea della città dello Stretto, a quell’ora consueto punto di ritrovo per gli abitanti della zona e ieri punto di arrivo di una corsa podistica, che fino a pochi minuti prima aveva visto radunarsi proprio lì sportivi e curiosi. Anche la vicina chiesa era stracolma per la messa serale che sarebbe finita di lì a poco. E sono stati proprio i fedeli, riuniti in chiesa, ad accorgersi immediatamente che poco distante stava succedendo qualcosa. Qualcosa di grave. Tra le navate, il rumore degli spari – raccontano i presenti – si è udito distintamente. A dare l’allarme un agente della polizia fuori servizio che stava assistendo alla funzione e al sentire gli spari ha immediatamente avvertito i colleghi e l’ambulanza. Ma nonostante i sanitari siano arrivati in tempi rapidissimi, le condizioni di Angela Arcudi sono sembrate subito gravissime. Colpita fra il collo e la spalla, la donna è stata immediatamente trasportata agli ospedali “Riuniti” e operata d’urgenza, ma non ce l’ha fatta. Contro di lei, a quanto si apprende vero obiettivo del killer, Canale avrebbe sparato più di un colpo. Meno gravi le condizioni del marito e dei figli, colpiti solo di striscio dai proiettili del killer. Anche alcuni passanti – secondo le prime indiscrezioni – sono stati raggiunti da alcuni proiettili, ma sono stati medicati sul posto. Fra lo sconcerto di parenti, vicini e conoscenti, nelle ore successive al delitto gli uomini della Scientifica – alla luce delle fotoelettriche di un camion dei vigili del fuoco – hanno rintracciato i bossoli e repertato le numerose tracce di sangue che imbrattavano il selciato e le auto. Nel frattempo, gli agenti hanno iniziato a raccogliere le testimonianze di parenti e testimoni, per ricostruire la dinamica di quei dieci minuti di follia, ma anche per sedare gli animi. Stando alle prime indiscrezioni, alcuni parenti si sarebbero infatti scagliati contro il figlio di Canale, che nonostante pare sia inizialmente riuscito a disarmare il padre, sarebbe stato aggredito perché ritenuto responsabile di non aver fermato il killer. Il ragazzo, sotto shock, ha parlato a lungo con gli uomini del vicedirigente della Mobile, Francesco Rattà, immediatamente intervenuto sul posto. (0050)

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