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Sei arresti contro il clan Bellocco In manette comandante e agente della polizia municipale

SAN FERDINANDO Nuovo colpo contro la cosca Bellocco di San Ferdinando. Alle prime luci dell’alba i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cau…

Pubblicato il: 23/07/2013 – 8:52
Sei arresti contro il clan Bellocco In manette comandante e agente della polizia municipale

SAN FERDINANDO Nuovo colpo contro la cosca Bellocco di San Ferdinando. Alle prime luci dell’alba i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare contro sei soggetti – tra cui due agenti della polizia municipale – tutti accusati a vario titolo di diversi reati, dall’estorsione all’intestazione fittizia di beni, il tutto aggravato dalla metodologia mafiosa. I due pubblici ufficiali, rispettivamente comandante e agente della polizia municipale di San Ferdinando, sono accusati di aver agevolato la cosca Bellocco nella fittizia intestazione del bar “Blu Marine”.
Si tratta di misure che chiudono il cerchio delle indagini sul clan che nel marzo scorso avevano portato a sette arresti e al sequestro di beni immobili per un importo di circa 800mila euro.
«Senza zona grigia la `ndrangheta non sarebbe niente, i clan sarebbero solo bande criminali»: sono queste le parole con cui il procuratore aggiunto Michele prestipino Giarritta ha voluto commentare l`operazione che oggi ha portato all`arresto di 6 personaggi legati al clan bellocco di San Ferdinando. Molti di loro – Aurora Spanò, moglie del presunto capo della omonima cosca di San Ferdinando, Giulio Bellocco, Antonio Bellocco e Domenico Bellocco – erano stati già colpiti nei mesi scorsi dall`operazione che aveva smascherato la presenza della potente consorteria a San Ferdinando.
Le successive indagini hanno permesso di individuare anche Aneta Brewczynska, 38enne nata in Polonia; Giuseppe Stucci, detto “Vito”, 59enne nato a Rosarno, comandante della polizia municipale del Comune di San Ferdinando; Giuseppe Spanò, detto “Pino”, 44enne nato a Vibo Valentia, agente della polizia municipale del Comune di San Ferdinando (nipote di Aurora Spanò). I pubblici ufficiali sono accusati di aver favorito il clan contribuendo ad occultare il controllo che i Bellocco avevano su un noto bar del paese.
Al termine di un sopralluogo, nel verbale redatto dai due sarebbe sparito Domenico Bellocco, reale proprietario dell`esercizio comnerciale che gestiva addirittura personalmente, per lasciare spazio al fittizio intestatario che però lì non ci ha mai messo piede. Un “favore” che i due avrebbero fatto al clan senza ottenete nulla in cambio, «il che – ha commentato il comandante Lorenzo falferi – rende la circostanza ancora più grave. Loro sapevano di avere a che fare con i Bellocco e si sono comportati di conseguenza».
«Estirpare dal territorio personaggi che dovrebbero far rispettare le regole ma agevolano i clan, estirpare le mele marce, gli imprenditori collusi, i politici complici: è questo il nostro principale obiettivo e il principale fronte di intervento»: così il procuratore capo Federico Cafiero de Raho ha voluto sintetizzare il significato dell`operazione. (0040)

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