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Sangue infetto, nuova denuncia dei familiari

COSENZA Una nuova denuncia è stata presentata dai familiari dell`uomo di 75 anni morto dopo una trasfusione di sangue nell`ospedale di Cosenza. Nella nuova denuncia, dopo quella relativa alle cause d…

Pubblicato il: 30/07/2013 – 11:09
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Sangue infetto, nuova denuncia dei familiari

COSENZA Una nuova denuncia è stata presentata dai familiari dell`uomo di 75 anni morto dopo una trasfusione di sangue nell`ospedale di Cosenza. Nella nuova denuncia, dopo quella relativa alle cause del decesso, si chiede di accertare altri reati tra cui l`omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale ed incaricato di pubblico servizio, omissione di referto e favoreggiamento. «Quando ci è stata consegnata la salma del nostro povero congiunto – è scritto nella denuncia – ci è stato detto genericamente che la causa della morte era una reazione avversa alla trasfusione e si ometteva completamente di riferire all`autorità giudiziaria quanto accaduto, seppur il fatto avvenuto facesse scattare l`obbligo di comunicazione, senza ritardo, per tutti i sanitari, gli incaricati di pubblico servizio ed i pubblici ufficiali che, a vario titolo, avevano avuto in cura il de cuius e avevano avuto perfetta conoscenza del fatto».
Dagli accertamenti è emerso che nella sacca di sangue sono state trovate tracce di sapone contenenti un germe. Il sapone sarebbe quello utilizzato dai medici per lavarsi le mani prima degli interventi. Oltre alla morte dell`anziano settantacinquenne si sarebbero verificati altri due casi ed il primo risaliva a giugno scorso. «È evidente – proseguono i familiari nella denuncia – come in noi familiari sorge il tragico ed angoscioso pensiero che se tutti i soggetti preposti avessero tenuto una condotta corretta, diligente e cristallina una volta registrato il primo episodio, probabilmente il decorso ospedaliero del nostro congiunto non avrebbe avuto una conclusione così atroce».

IL TDM: «INDIVIDUARE I RESPONSABILI»
«È inaccettabile che una persona che, per oltre 20 anni, ha gestito una patologia come la leucemia cronica linfatica possa morire a causa di una “semplice” trasfusione contaminata da un batterio». Lo afferma in una nota Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
«Per questo chiediamo – aggiunge – che siano individuati e perseguiti i responsabili di questa assurda vicenda, anche perché l`episodio non sembra essere isolato anzi potrebbero esserci stati altri due casi all`interno della stessa struttura legati a trasfusione di sangue infetto. E se ci sono sospetti di irregolarità in altri centri chiediamo l`intervento prezioso dei Nas, per scongiurare rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini. Quanto accaduto all`ospedale di Cosenza sottolinea ancora una volta la necessità di garantire una tempestiva, uniforme ed efficace azione di qualificazione del nostro sistema trasfusionale nazionale: non possiamo continuare a sottoporre i cittadini a rischi come questi».
«Proprio per questo – prosegue Aceti – chiediamo al ministero della Salute di garantire e verificare che tutte le Regioni implementino concretamente, entro il 31 dicembre 2014, quanto previsto dall`Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 “requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e sul modello per le visite di verifica“, anche al fine di equiparare il nostro sistema trasfusionale agli standard previsti dalla normativa comunitaria. Ricordiamo che proprio per questo processo sono state assegnate alle Regioni specifiche risorse economiche».
Il segretario regionale di Cittadinanzattiva della Calabria, Ludovico Criserà, afferma che «in base ad alcune notizie apprese a mezzo stampa, ci risulta che le sacche di sangue utilizzate dall`ospedale di Cosenza fossero acquistate all`esterno e che su queste non venisse effettuato alcun controllo da parte della struttura sanitaria. Una situazione che, se confermata, ci preoccupa molto perché certifica un sistema di approvvigionamento da parte della struttura in questione al di fuori di ogni controllo e senza garanzie per i cittadini». (0020)

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