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Scalea, l`ospedale tra sprechi e devastazione

COSENZA Lo chiamano l`ospedale fantasma, è costato venti miliardi di lire. Si tratta di una struttura faraonica di cinque piani che attende di entrare in funzione da almeno 40 anni. Si trova a Scalea…

Pubblicato il: 06/08/2013 – 16:09
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Scalea, l`ospedale tra sprechi e devastazione

COSENZA Lo chiamano l`ospedale fantasma, è costato venti miliardi di lire. Si tratta di una struttura faraonica di cinque piani che attende di entrare in funzione da almeno 40 anni. Si trova a Scalea, in provincia di Cosenza. A raccontarne la storia è il “Corriere della Sera” di oggi, in un articolo a firma di Antonio Crispino: «Dovevano essere allocati qui tutti i reparti di un ospedale cittadino – dice il giornale di via Solferino – che però d`estate sarebbe stato assalito da migliaia di turisti (si stimano circa 700.000 presenze). Quarant`anni, le solite vicissitudini burocratiche, i soldi della Cassa del Mezzogiorno che in questi casi non mancano mai (20 miliardi di vecchie lire a cui vanno aggiunti quelli spesi per i vari tentativi di recupero della struttura). E l`ospedale non c`è. Cioè esiste la struttura ma è devastata, depredata. Neanche il tempo di dargli un nome». Lavori finiti a metà degli anni 80, ricorda ancora Crispino: «un gran bell`ospedale, attrezzato con tutte le moderne apparecchiature. Erano stati previste attività specialistiche (dalla chirurgia a ostetricia), laboratorio di analisi, la guardai medica e un servizio di 118. Una manna dal cielo per i vacanzieri che su questa costa si affollano a migliaia. Invece il sogno ha lasciato il posto alla devastazione. Persino i controsoffitti sono stati divelti assieme alle finestre, le porte, i bagni, i lavandini. Un gruppo elettrogeno fu smontato quasi 20 anni fa, di notte. Con tutta la calma di questo mondo arrivarono con un camioncino e smontarono l`intera centralina elettronica, compresi i quadri e gli accessori. Dopo di loro nessuno ci è più entrato». Un vero e proprio resoconto, quello del Corriere, da quello che rimane dell`ospedale fantasma oggi fatiscente. «Piano per piano lo visitiamo tutto. Nel nostro tour dell`incredibile ci imbattiamo in stanze ingolfate di cartoni. Sono sistemati alla rinfusa come durante un trasloco. Ne apriamo qualcuno e troviamo attrezzature di ogni genere: dalle apparecchiature per la spirometria ai misuratori dell`insulina passando per cardiofrequenzimetri e decine di stetoscopi. Tutti nuovi, ancora imballati nelle loro valigette di alluminio. In altre scatole c`è il necessario per i malati di diabete. E poi farmaci per l`infarto, spray per l`elettrocardiogramma, aghi e siringhe di ogni tipo. Saliamo al piano superiore ed ecco i suppellettili: letti, armadietti, comodini, appendipanni, cassettiere, condizionatori, scrivanie con tanto di stampanti intonse, macchine da scrivere, toner ancora nel cellophane, prese usb, hard disk esterni sigillati nella confezione originale». O ancora, materiale da cancelleria, buste, pacchi di fogli bianchi, ricettari, timbri, carta intestata. Non mancano le voragini che hanno inghittito parte dell`arteria che avrebbe portato al Pronto Soccorso. «Oggi, per dare una parvenza di utilità, è stato utilizzato il piano terra dello stabile per un poliambulatorio, un centro psichiatrico e un Sert. Forse così si riesce a sfruttare il 10% dell`immenso ospedale. Il resto è fermo tra stop & go periodici, tra promesse elettorali e annunci della politica». A Scalea, ricorda ancora l`articolo, da qualche giorno sono in cella sindaco e giunta, con l`accusa di essere  «referenti amministrativi» delle `ndrine. «Nel frattempo il vero paradosso lo vivono i calabresi di queste zone. Dopo la chiusura di quello di Praia a Mare, l`ospedale più vicino si trova a 41 km, a Cetraro. Gli altri sono ospedali privati. E non sono fantasma».

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