È morto oggi poco dopo mezzogiorno Pasquino Crupi, uno tra i più noti, appassionati e irriverenti meridionalisti calabresi. Nato a Bova Marina nel 1940, giornalista pubblicista dal 16 ottobre 1973, prorettore dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria e, dall`ottobre 2010, successore di Nicola Zitara alla direzione del settimanale “la Riviera”, Crupi è stato un intellettuale militante, di sinistra, meridionalista, che ha sempre vissuto “in trincea”, come amava specificare lui stesso. Tra le sue numerose opere: I fatti di Melissa (Catanzaro 1976); Letteratura ed emigrazione (Reggio Calabria 1982); Processo a mezzo stampa (Venezia 1982); Stragi di stato nel Mezzogiorno contadino (Cosenza 1985); Il giallo colore del sangue di Luino (Reggio Calabria 1990); Un popolo in fuga (Cosenza 1991); L’anomalia selvaggia-Camorra, mafia, picciotteria, ‘ndrangheta nella letteratura calabrese del Novecento (Palermo 1992); Benedetto Croce e gli studi di Letteratura calabrese (Cosenza 2003). È stato anche autore di una monumentale Storia della letteratura calabrese.
IL CORDOGLIO DEL GOVERNATORE E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, in una nota ha espresso «il più profondo cordoglio per la scomparsa di una tra le figure intellettuali di maggiore prestigio della nostra terra». «Con Pasquino Crupi – afferma Scopelliti in una nota – se ne va una tra le più vibranti ed appassionate espressioni del panorama culturale calabrese. Il mio ricordo, intriso di stima ed affetto, è rivolto a quello che è ampiamente riconosciuto come un grande maestro meridionalista ». Scopelliti ha sottolineato quanto le convergenze con Crupi fossero radicate, prima tra tutte sfatare il paradigma della questione meridionale come questione criminale. «La Calabria – ha concluso il governatore – ricorderà sempre questa figura di autorevole intellettuale». Dal canto suo, il presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, ha affermato: «Con Pasquino Crupi scompare una personalità eminente della cultura meridionale che ha svolto con grande passione, coerenza e onestà intellettuale il suo impegno di studioso, dedicandosi totalmente a valorizzare e difendere la grande ricchezza della letteratura e della storia calabrese». Nel ricordare, oltre al valore intellettuale, anche la dimensione umana dello studioso, Talarico sottolinea che «la sua figura, insieme alle sue opere, resteranno un punto di riferimento per la vita culturale e sociale della Calabria. C`era in lui – aggiunte il presidente del consiglio regionale – una tensione ideale e una ricerca costante della verità, doti che ha sempre riversato nei suoi scritti e nei suoi interventi che rimangono, adesso, come un tesoro culturale di immenso valore – conclude Talarico – per le nuove generazioni e per tutta la società meridionale, della quale è stato uno dei più degni rappresentanti nel solco di una grande tradizione culturale meridionalista».
x
x