Pd, via libera al congresso regionale
«Moriremo di burocrazia», sintetizza a notte fonda uno dei colonnelli. E forse è l’espressione più azzeccata per descrivere quanto sta avvenendo in casa del Pd calabrese dove l’incertezza (ma questa…

«Moriremo di burocrazia», sintetizza a notte fonda uno dei colonnelli. E forse è l’espressione più azzeccata per descrivere quanto sta avvenendo in casa del Pd calabrese dove l’incertezza (ma questa non è una novità) regna sovrana. La lunghissima riunione di martedì sera della commissione nazionale per i congressi democrat ha sciolto solo in parte il nodo più grosso ovvero quello legato alla possibilità di concedere una deroga alla Calabria (essendo una regione guidata da un commissario) per celebrare il congresso regionale prima delle primarie nazionale fissate per l’8 dicembre. Per la verità, dalla commissione riunita a largo del Nazareno è arrivato il via libera alla possibilità di celebrare l’assise che dovrebbe porre fine a un commissariamento iniziato dopo la sconfitta alle regionali del 2010, ma a patto che domani, durante la riunione del coordinamento regionale, arrivi un consenso unanime a tale proposta. In caso di mancato accordo (probabile dal momento che il blocco dei renziani-franceschiani-lettiani punta a un rinvio) la Calabria si allineerà al resto delle altre regioni italiane e, dunque, il congresso regionale verrà celebrato dopo quello nazionale e comunque non oltre la data del 31 marzo 2014.
A spingere per un anticipo del congresso regionale sono soprattutto gli esponenti della segreteria nazionale Nico Stumpo e Davide Zoggia, il commissario del Pd calabrese Alfredo D’Attorre e l’area dalemian-bersaniana che sostiene Mario Oliverio. Quest’ultimi sono preoccupati dal fatto che una larga vittoria di Matteo Renzi alle primarie possa innescare un effetto domino anche sulla scelta dei leader regionali del partito. Per questo motivo stanno spingendo il piede sull’acceleratore e sperano di chiudere la fase dei congressi territoriali prima della fatidica data dell`8 dicembre.
I sondaggi infatti indicano che sul vincitore (Matteo Renzi) non c`è partita. Ma Gianni Cuperlo, candidato sostenuto da Oliverio e soci, non è spaventato. «Il quadro che abbiamo noi è più equilibrato», dicono i suoi che guardano al voto dei circoli, primo test sul congresso, che in passato ha anticipato l`esito dell’assise.
Oltre all`ambizione, tuttavia, il rottamatore spera di ridare entusiasmo e sembra poco interessato all`annosa disputa tra partito leggero o pesante. «Si discute di partito pesante e partito leggero: io, e lo dico con un gioco di parole, vorrei un partito pensante», ha spiegato presentando, ieri a Firenze, il libro di Fabrizio Barca, il candidato mancato che ancora non ha scelto il suo cavallo. E la scelta probabilmente resterà tra quattro (oltre a Renzi e Cuperlo ci sono pure Gianni Pittella e Pippo Civati): anche se si può scendere in campo fino a venerdì sembra difficile che Marco Pannella riuscirà a candidarsi. (0030)