Forza Italia, Peppe gioca a fare l`equilibrista
«Non mi piace proprio parlare di scissione. Ritengo che ci siano ancora tutti i presupposti per costruire una piena e totale convergenza per ritrovarsi in un partito unito. L`8 dicembre sarà un momen…

«Non mi piace proprio parlare di scissione. Ritengo che ci siano ancora tutti i presupposti per costruire una piena e totale convergenza per ritrovarsi in un partito unito. L`8 dicembre sarà un momento di confronto in cui rilanceremo l`idea del nuovo grande centrodestra italiano». Giuseppe Scopelliti ha trascorso le ultime 24 ore a fianco di Angelino Alfano in uno dei momenti più difficili della vita politica del Pdl e del suo segretario.
Il presidente della Regione Calabria si considera un mediatore «per natura e cultura, come insegnava il compianto ministro dell`Armonia Tatarella» e spiega all`Adnkronos che lavorerà fino all`ultimo per scongiurare una rottura con i “lealisti”, dopo la decisione assunta ieri dall`Ufficio di presidenza di mandare in soffitta il Pdl e ufficializzare il passaggio a Forza Italia. «Da sempre coltivo l`idea della mediazione e, lo ripeto, credo che ci siano le condizioni politiche per evitare spaccature, dannose per tutti».
Certo, a Scopellitti “alfaniano” della prima ora, non è piaciuta «l`accelerazione su Fi, anche se si è dato soltanto corso a una volontà già annunciata da Berlusconi qualche settimana fa. Forse sarebbe stato meglio ratificare questo passaggio con una collegialità più ampia e il voto di un organismo che rispecchiasse la fotografia attuale del partito». Comunque, assicura, «sono anche disponibile a costruire un movimento come Forza Italia, purché sia inclusivo, bipolare e abbia una strategia chiara sul governo, sugli assetti organizzativi e sul futuro».
Il governatore chiarisce: «Noi siamo gli innovatori, non vogliamo centrini o altri ammiccamenti del genere. Stiamo lavorando a un documento politico con tre punti fermi». Il primo: «In questa fase va sostenuto il governo delle larghe intese, guardando al bisogno degli italiani». Il secondo: «Vogliamo un partito aperto, radicato sul territorio e capace di dialogare con la gente, con Berlusconi leader, Alfano segretario o vicepresidente con deleghe in grado di operare insieme a un gruppo dirigente» rappresentativo dei “lealisti” e degli “innovatori”. «Serve una classe dirigente capace, meritevole, preparata, che rappresenti la svolta».
Il giorno del voto sulla decadenza del Cavaliere «sarà un momento delicato e qualcuno cerca di trasformarlo in un referendum pro o contro il presidente», ammette Scopelliti che, però, esclude “tradimenti”: «Di sicuro non ci sarà mai una spaccatura su Berlusconi saremo tutti uniti attorno a lui».
«Credo che ci siano tutte le condizioni – assicura Scopelliti – affinché, con Berlusconi presidente, Alfano sia o il segretario di Fi o il vicepresidente con deleghe, in grado di gestire e governare il partito, insieme a un gruppo dirigente valido, quello che oggi rappresenta lealisti e innovatori». Un gruppo, «capace di dare risposte alla comunità nazionale, che faccia dell`emergenza la sua vera grande mission, che superi conflitti e scontri».
Molti scommettono che il Consiglio nazionale del Pdl sarà il giorno della resa dei conti finale, ma il governatore invita a smorzare i toni bellicosi: «Sono convinto che l`8 dicembre non sarà un momento di scontro e di implosione del più grande partito di centrodestra. Sarà, invece, un momento di grande festa e partecipazione». «I gruppi autonomi – avverte – sono la tentazione di chi vuole spaccare il centrodestra, mentre noi vogliamo camminare uniti». L`8 dicembre, ribadisce, «deve rappresentare un momento di grande confronto, utile non solo per il partito, ma anche per il Paese. Non a caso, presenteremo un documento politico che parlerà di governo, di partito e futuro».
«In questa fase storica siamo per un governo di larghe intese, nell`interesse di tutti gli italiani. Siamo – sottolinea – per un partito aperto, capace di dialogare sul territorio, forte e radicato, che rimetta in campo la meritocrazia e sappia sempre di più interfacciarsi con i bisogni della gente». Un partito «in cui siano rappresentate tutte le forze sane, che insieme a Berlusconi possono avviare una grande stagione per il centrodestra. Il futuro non può essere altro che un partito di centrodestra europeista, bipolare, capace di pianificare interventi tesi a creare quello sviluppo necessario per rilanciare il paese». (0030)