Bottiglia incendiaria davanti alla Procura generale di Reggio
REGGIO CALABRIA È caccia all’uomo questa notte a Reggio Calabria. O almeno queste sono le indiscrezioni che circolano di fronte alla Procura generale, profanata questa sera come nella notte del 3 gen…

REGGIO CALABRIA È caccia all’uomo questa notte a Reggio Calabria. O almeno queste sono le indiscrezioni che circolano di fronte alla Procura generale, profanata questa sera come nella notte del 3 gennaio 2010. Nessuno ha avuto l’ardire di piazzare una bomba come oltre tre anni fa, ma una mano ancora ignota attorno alle 23 ha lasciato davanti al portone della sede dei più importanti uffici giudiziari della città una bottiglia di succo di frutta piena di un liquido che – stando ai primi rilievi – sembrerebbe benzina o nafta. Accanto alla bottiglia è stato trovato anche un accendino. Un segnale chiaro e una sfida manifesta, che qualcuno ha voluto lanciare, incurante anche del presidio permanente dei militari disposto dopo l’attentato del 3 gennaio 2010. Qualcuno che le forze dell’ordine – polizia e carabinieri sono intervenute immediatamente, mentre sul posto sono arrivati anche il procuratore della Repubblica aggiunto Ottavio Sferlazza e il procuratore generale Salvatore Di Landro – stanno già cercando. Le telecamere di sorveglianza hanno infatti immortalato la scena. Nelle immagini si vede un uomo, da solo, a dieci passi dalla jeep dei militari, che si avvicina al portone, lascia la bottiglia e si allontana indisturbato. Mentre i tecnici della Scientifica passano al vaglio la bottiglia incendiaria alla ricerca di qualsiasi elemento che possa ricondurre a chi l`ha confezionata – stando alle prime indiscrezioni – già in queste ore sarebbero scattati controlli e perquisizioni. Non è dato sapere – allo stato – su chi si stiano concentrando le indagini, o se gli investigatori siano già in grado di battere una pista definita, ma tensione e preoccupazione sono palpabili. Nonostante il portone della Procura generale non sia stato materialmente distrutto da un ordigno, il messaggio che qualche oscura manina – e probabilmente chi l’ha guidata – ha voluto lasciare di fronte è ugualmente devastante. Ed ugualmente minaccioso. Negli uffici giudiziari di Reggio Calabria si stanno – a fatica, ma con determinazione – costruendo verità che per tanti, forse troppi, anni hanno stentato ad emergere. Ed è probabilmente questo a fare paura. (0050)