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La colomba Scopelliti perde mezzo partito

CATANZARO La Calabria da stasera è meno alfaniana. Il fronte delle colombe è meno compatto di quanto si potesse immaginare. E per il governatore Peppe Scopelliti, che tanto ha investito in questa ope…

Pubblicato il: 30/10/2013 – 18:54
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La colomba Scopelliti perde mezzo partito

CATANZARO La Calabria da stasera è meno alfaniana. Il fronte delle colombe è meno compatto di quanto si potesse immaginare. E per il governatore Peppe Scopelliti, che tanto ha investito in questa operazione politica, è un boccone amaro da mandare giù. Il fronte dei lealisti raccoglie proseliti inaspettati anche da queste parti e fino a questa sera sono già 20 le firme (sui 45 delegati al Consiglio nazionale del Pdl) in calce al documento prodotto dall’Ufficio di presidenza del Popolo della libertà in cui si chiede il ritorno a Forza Italia. Una fetta consistente del partito, pari a oltre il 40% dei delegati, che ha scelto di stare dalla parte di Berlusconi e dei vari Fitto, Verdini e Bondi. Dentro a questo schieramento ci sono i parlamentari Pino Galati e Mimmo Scilipoti (è vero che quest’ultimo non è calabrese ma è pur sempre arrivato in Senato grazie ai consensi raccolti in questa regione), otto tra consiglieri e assessori regionali (Ennio Morrone, Salvatore Pacenza, Mimmo Tallini, Mario Magno, Gabriella Albano, Gesuele Vilasi, Giuseppe Caputo – manca ancora la firma ma avrebbe dato il suo assenso a uno dei falchi nazionali più vicini al Cavaliere – e Alessandro Nicolò), il presidente della Provincia di Reggio Calabria Peppe Raffa e il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. E poi ancora i coordinatori provinciali del Pdl a Catanzaro e Reggio Calabria, rispettivamente Wanda Ferro e Roy Biasi, più altri amministratori locali. Senza contare l’ex deputato Nino Foti e i suoi fedelissimi, che in tempi non sospetti hanno riabbracciato il progetto berlusconiano di rimettere in piedi la creatura salpata in politica nel 1994. Il guaio, per il governatore Scopelliti, è che per il momento, il suo fronte di “colombe” è addirittura in minoranza, visto che può contare su 18 presenze. Sette, invece, sarebbero gli indecisi, tra i quali spiccano Giovanni Nucera, Gianpaolo Chiappetta e addirittura il fedelissimo Giacomo Mancini.
Per Scopelliti, insomma, è una mezza debacle che rischia di diventare una piena sconfitta. Soprattutto se si considera che il fronte catanzarese, sempre a lui fedele, ha deciso di agire in maniera autonoma rispetto alla linea di «assoluta fedeltà» nei confronti di Angelino Alfano. Nelle dichiarazioni ufficiali il dato non emerge (anzi si parla di un atto «non ostile»), ci si affretta a spiegare che la leadership di Scopelliti ha prodotto «importanti risultati elettorali» ma è evidente che la decisione di confluire nel cartello dei lealisti apre scenari finora nemmeno ipotizzabili. «Siamo dell’avviso – dichiarano Abramo, Tallini, Ferro, Albano e Sergio Costanzo, vicecapogruppo del Pdl in consiglio comunale – che la futura Forza Italia, che si pone il legittimo obiettivo di tornare ad essere il primo partito italiano, debba poter contare sia sull’indiscussa leadership del presidente Berlusconi sia sulle energie e sull’innovazione rappresentata dal vicepremier Alfano e da altri giovani leader. Il documento prodotto dall’ufficio di presidenza Pdl, che facciamo nostro, dovrà essere la base per una discussione seria e approfondita sui contenuti – dalla riforma della giustizia all’equità fiscale, dal rilancio dell’economia alle politiche del lavoro – e sugli assetti della nuova Forza Italia».
L’appello finale è per Scopelliti, affinché «lavori con convinzione e generosità ad una definizione unitaria del processo politico che porterà alla rinascita di Forza Italia». Sempre ammesso che Berlusconi sia ancora disposto a dare spazio a coloro che si sono battuti come leoni (vedi Alfano e Scopelliti) per salvare in Parlamento il governo delle larghe intese. (0020)

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