Farà rumore anche in Calabria il contenuto dell`archivio segreto di Paolo Oliverio, arrestato agli inizi di novembre con l’accusa di aver pilotato nomine e affari dell’ordine religioso dei Camilliani (da cui aveva ottenuto una procura speciale per la gestione degli appalti in Campania, Calabria e Sicilia), e commercialista di fiducia di esponenti delle istituzioni e uomini d’affari nonché – secondo l’accusa – «il “riciclatore” dei soldi della ‘ndrangheta e di alcuni esponenti della criminalità romana. Custode di numerosi segreti, come dimostrano le migliaia di file trovati nei suoi computer e nelle chiavette Usb sequestrate al momento dell’arresto. E adesso sono in molti a temere quello che ne verrà fuori. Anche perché il giudice delle indagini preliminari gli ha negato la scarcerazione proprio in attesa “dell’esito delle verifiche su questi legami” affidate dal pubblico ministero Giuseppe Cascini agli investigatori delle Fiamme Gialle guidati dal colonnello Cosimo De Gesù». Lo scrive oggi Fiorenza Sarzanini, firma di punta della cronaca giudiziaria del Corriere della Sera.
L`archivio, si legge nel dettagliato articolo, «svela i rapporti riservati con alti prelati, funzionari dell’intelligence, militari della Guardia di Finanza, imprenditori e politici».
«Riaffiorano prepotentemente i fantasmi di un passato che sembrava sepolto. Un passato fatto di ricatti, massonerie, imprenditori, faccendieri, pezzi delle istituzioni deviate, rapporti con la mafia – scrive Guido Ruotolo sulla Stampa –. C`è da giurare che questa inchiesta riserverà molte clamorose sorprese».
«Se li aprite viene giù l’Italia», aveva detto lo stesso Oliverio al momento della cattura rivolgendosi ai militari che portavano via le sue apparecchiature informatiche. Tra le frequentazioni del commercialista si segnalano Paolo Berlusconi e Claudio Lotito, uomini d`affari come Lorenzo Borgogni, ex manager di primo livello di Finmeccanica, ma anche esponenti dei servizi segreti (secondo il gip che ha deciso di lasciarlo in cella, «l’indagato disponeva di un sistema software per le intercettazioni illegali») e politici: secondo i magistrati Oliverio avrebbe esercitato un «forte condizionamento della Pubblica amministrazione attraverso ricatti, attività di dossieraggio e finanziamento illecito della politica, grazie alla partecipazione nelle attività criminali dell’organizzazione di esponenti della ‘ndrangheta calabrese della banda della Magliana e di personaggi facenti parte di logge massoniche coperte oltre ad autorevoli prelati». Il riferimento – spiega la Sarzanini – «è ai contatti con il faccendiere Flavio Carboni e con il boss Ernesto Diotallevi che avrebbe concluso con il commercialista affari immobiliari da centinaia di migliaia di euro. Ma dagli atti processuali emergono pure i suoi legami con il parlamentare del Nuovo centrodestra Alessandro Pagano e con l’ex senatore pdl Sergio De Gregorio, sotto processo a Napoli per la compravendita dei parlamentari insieme a Silvio Berlusconi. Uomo di collegamento fra i due era Giuseppe Joppolo che curava i rapporti di De Gregorio con forze dell’ordine e forze armate e proprio per questo sarebbe entrato in contatto con Oliverio». ?
Corposo il capitolo del presunto dossieraggio di Paolo Oliverio: il suo computer conterrebbe infatti più di un «report» su personalità e affari, resoconti dettagliati che – analizza la cronista – alimentano «l’ipotesi che in alcuni casi Oliverio si sia prestato a svolgere il ruolo di informatore. I documenti custoditi nell’archivio svelerebbero però che di ben altro calibro erano i suoi referenti nelle Fiamme Gialle tanto da poter orientare verifiche fiscali su imprenditori e grandi società. Ma anche poter influire sull’attività di ispettori di Equitalia». ?
L’inchiesta sui Camilliani svela anche dei legami in Vaticano, e secondo le informative allegate all’ordinanza Oliverio avrebbe «risolto» questioni economiche e personali di alcuni prelati – ottenendone poi qualcosa in cambio – e persino un caso di violenza sessuale che vedeva coinvolto un religioso: il commercialista avrebbe convinto la vittima a non presentare denuncia. (0070)
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