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ARSENALE | Costantino: garantire la sicurezza dei lavoratori

GIOIA TAURO «Ridiventa centrale, finalmente, nella discussione nazionale il porto di Gioia Tauro. Trovo, però, francamente preoccupanti e molto poco istituzionali le parole espresse dal presidente de…

Pubblicato il: 17/01/2014 – 13:59
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ARSENALE | Costantino: garantire la sicurezza dei lavoratori

GIOIA TAURO «Ridiventa centrale, finalmente, nella discussione nazionale il porto di Gioia Tauro. Trovo, però, francamente preoccupanti e molto poco istituzionali le parole espresse dal presidente della giunta regionale Scopelliti. Preoccupanti per il riferimento alla guerra civile: quelle armi saranno distrutte proprio per evitare guerre civili e distruzione e morte in altre parti del mondo». Così Nino Costantino, segretario generale Filt-Cgil Calabria commenta le parole del governatore a proposito del transito della armi chimiche dal porto calabrese. Per l`esponente sindacale sarebbe da «riconoscere un solo merito al governo nazionale è proprio quello di essere stato, assieme ad altri Paesi, uno degli artefici di una operazione militare internazionale in grado di operare una imponente distruzione di armi chimiche. È in corso, insomma, una grande operazione internazionale per la pace ed il disarmo in linea con i principi di cooperazione internazionale e di pace che la Cgil ha da sempre propugnato». Costantino chiede però che «l’intera operazione si svolga con la certezza della massima sicurezza per i lavoratori e le popolazioni. E se la scelta è ricaduta su Gioia Tauro vuol dire che  è  uno degli hub tecnologicamente più avanzati e, probabilmente, l’unico a poter garantire il trasbordo da nave a nave senza stoccare i containers nei piazzali.  Ci appare, invece, sensato e importante chiedere al governo nazionale, per le stesse ragioni per cui ha individuato il porto di Gioia come il più adatto per questa delicata operazione, di rafforzarne la capacità commerciale e di garantirne lo sviluppo industriale. Anche perché da tempo noi chiediamo il rientro dei circa 500 lavoratori in cassa integrazione».

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