ORRORE A CASSANO | Droga, affare di famiglia

Una resa dei conti maturata negli ambienti dello spaccio di droga. E` questa l`ipotesi, al momento più accreditata, su cui si stanno muovendo i carabinieri per scoprire la verità sull`atroce triplice delitto di Corigliano. Gli stupefacenti sono, infatti, il filo conduttore delle vicende giudiziarie della famiglia Iannicelli. A partire da Giuseppe, il 52enne ritrovato carbonizzato assieme alla compagna marocchina e al piccolo nipote di appena tre anni. Il suo nome a partire dagli anni 90 finisce nelle informative degli investigatori. Prima l`indagine “Borgo pulito” e poi l`operazione “Katrina” svelano il ruolo da protagonista di Giuseppe nel traffico di sostanze stupefacenti nell`alto jonio cosentino. Indagini che hanno coinvolto sua moglie e con il passare degli anni anche le sue due figlie.
Il 30 luglio del 2012 Giuseppe Iannicelli finisce nuovamente in manette con l`accusa di violenza sessuale e sequestro di persona. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l`uomo dopo l`ennesimo rifiuto della ex moglie di tornare insieme avrebbe segregato la donna in una stanza costringendola a rapporti sessuali.
Ma Giuseppe Iannicelli è anche lo zio di Tommaso, conosciuto con il nomignolo di “calciatore” per il suo passato di attaccante nella Luzzese. Ma secondo le indagini l`ex bomber è diventato l`anello di congiunzione tra la famiglia e il clan degli zingari egemone su quella parte di Calabria. Per la Dda di Catanzaro Tommaso Iannicelli avrebbe avuto proprio il compito di coordinare la rete di pusher al servizio degli Abruzzese.