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Estorsioni nel Vibonese, sei arresti. L`odissea delle vittime

VIBO VALENTIA È una vera e propria odissea quella vissuta da Pietro Lopreiato, socio della cooperativa Talità Kum di Sant`Onofrio. Non solo il taglio dei mille alberi di ulivo, ma una serie di danneg…

Pubblicato il: 23/01/2014 – 8:39
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Estorsioni nel Vibonese, sei arresti. L`odissea delle vittime

VIBO VALENTIA È una vera e propria odissea quella vissuta da Pietro Lopreiato, socio della cooperativa Talità Kum di Sant`Onofrio. Non solo il taglio dei mille alberi di ulivo, ma una serie di danneggiamenti e presunte richieste estorsive subiti a partire dal 2009. L`odissea di Lopreiato è stata ricostruita dai carabinieri di Vibo Valentia e dalla Dda di Catanzaro che stamane hanno fermato quattro persone (Domenico Bonavota, 35 anni; Domenico Cugliari, 55; Gregorio Giofrè, 41 e Giuseppe Barbieri, 41) per estorsione.
I provvedimenti di fermo sono stati emessi dal procuratore della Dda Vincenzo Antonio Lombardo, dall`aggiunto Giuseppe Borrelli, e dai sostituti Simona Rossi e Domenico Guarascio. Attraverso una serie di intercettazioni telefoniche e testimonianze gli investigatori hanno accertato che nel 2009, Giuseppe Barbieri, una delle persone fermate, si era recato al frantoio di Lopreiato chiedendogli per conto di Bonavota una fornitura di olio che doveva essere elargita senza alcuna somma di denaro in cambio, pagamento che sarebbe stato effettuato successivamente solo dietro l`intercessione dell`allora parroco don Salvatore Santaguida. Stessa vicenda nel 2010 con l`imprenditore che aveva lasciato chiaramente intendere di voler essere pagato; e probabilmente, proprio a causa della chiarezza delle sue parole, pochi giorni dopo Lopreiato trovò alcune piante di ulivo tagliate in due distinti fondi di sua proprietà. Poco dopo, nel mese di febbraio, venivano distrutti 150 paletti posti a recinzione del fondo di proprietà di Lopreiato. Nell`agosto 2011 Gregorio Giofré, altra persona fermata e genero del boss di San Gregorio, Filippo Fiaré, si era recato nel frantoio della vittima per avere 400-550 litri di olio per Domenico Bonavota. Dopo quest`ultima richiesta rimasta inevasa si era verificato il taglio delle 1000 piante.
È stato, invece, picchiato con un bastone di ferro e minacciato di morte un imprenditore di Limbadi, specializzato nella lavorazione del ferro, sottoposto ad estorsione dalla cosca dei Mancuso di Limbadi. Per questo episodio i carabinieri hanno fermato due persone, Antonio Campisi, di 23 anni, e Nicola Drommi (24). Nell`agosto scorso la vittima si recò a Nicotera nel garage di Campisi il quale avrebbe intimato all`imprenditore di saldare un debito che questi avrebbe avuto con il padre di Drommi, vittima di lupara bianca nel 2010 e vicino al clan Mancuso. Una richiesta alla quale Giofré non acconsentì negando l`esistenza di ogni debito. A quel punto Campisi avrebbe afferrato un bastone con il quale lo avrebbe picchiato fino a provocargli una frattura alla gamba destra. Successivamente Campisi, secondo l`accusa, avrebbe minacciato l`imprenditori dicendogli «stai attento che ti ammazzo ad uno dei tuoi figli e poi a te».

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