Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 18:46
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Sequestro da cento milioni a Citrigno

CATANZARO «Le inquietanti ombre rilevate sull’origine del cospicuo patrimonio (…), unitamente alla pendenza presso il Tribunale di Paola di un procedimento penale per estorsione, hanno indotto gli…

Pubblicato il: 28/01/2014 – 9:31
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Sequestro da cento milioni a Citrigno

CATANZARO «Le inquietanti ombre rilevate sull’origine del cospicuo patrimonio (…), unitamente alla pendenza presso il Tribunale di Paola di un procedimento penale per estorsione, hanno indotto gli investigatori della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro a ritenere tali obiettivi accadimenti come seri indizi da cui desumere che avesse condotto un tenore di vita superiore alle proprie possibilità economiche». È quanto afferma la Dia che ha sequestrato beni del valore di 100 milioni di euro all`imprenditore cosentino Piero Citrigno, di 61 anni. Per la Direzione investigativa antimafia, dal «sistematico svolgimento delle suddette attività delittuose, ovviamente remunerative», sono «derivate risorse utili all’acquisizione di una rilevante mole di beni», tra i quali 37 fabbricati, comprese due cliniche, “Villa Adelchi”, a Longobardi, e “Villa Gioiosa”, a Montalto. Tutti beni, ha spiegato la Dia, «riconducibili al noto imprenditore, editore del quotidiano “L’Ora della Calabria” (gruppo editoriale non colpito dal provvedimento)». Citrigno è attualmente agli arresti domiciliari dopo una condanna in via definitiva a quattro anni e otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata nell’ambito dell’operazione “Twister”. Proprio richiamando le risultanze di quell`inchiesta, gli inquirenti sottolineano «non solo il consolidato e allargato sistema di usura posto in essere dal Citrigno almeno già dagli anni Settanta, ma altresì la contiguità del medesimo ad alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti nel territorio cosentino». E ancora, Citrigno viene descritto come «soggetto equidistante da entrambi i clan di spicco operanti nel territorio cosentino, che aveva bisogno di protezione a livello delinquenziale, al fine di tutelare le proprie attività imprenditoriali».
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Cosenza su proposta del direttore della Dia, Arturo De Felice, a seguito di consistenti accertamenti patrimoniali e tenuto conto della «pericolosità sociale» di Citrigno, condannato in via definitiva per usura e rinviato a giudizio per altre vicende; «della sproporzione reddituale» e della «presunta origine illecita dei beni basata sulla sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni posseduti anche mediante intestazione fittizia». In particolare, sono stati sequestrati: il capitale sociale e l`intero compendio aziendale della società “Edera”, dedita alla costruzione e commercializzazione di immobili; il capitale sociale e l`intero compendio aziendale della “Meridiana srl”, dedita alla realizzazione e gestione di strutture ricettive alberghiere, ospedali e case di cura; il capitale sociale e l`intero compendio aziendale della “Riace”, società per la costruzione di strutture ricettive, sanitarie e socio-assistenziali; il 23,33% del capitale sociale della “Monachelle srl”, dedita alla realizzazione e alla gestione di case di cura, di laboratori, di centri diagnostici, di stabilimenti termali rsa; il 25% del capitale sociale della “San Francesco srl” con sede a Cosenza e dedita alla gestione di strutture pubbliche e private per ogni forma di assistenza riabilitativa per anziani e di tipo socio-assistenziale; 37 fabbricati tra i quali le cliniche “Villa Gioiosa” di Montalto Uffugo e “Villa Adelchi” di Longobardi, entrambe strutture sanitarie accreditate dal Servizio sanitario calabrese, con circa 50 posti letto ciascuna; e cinque terreni. La Dia di Catanzaro ha eseguito puntuali e rigorosi accertamenti che hanno riguardato, per un arco temporale compreso tra il 1988 e il 2011, tutti i beni in qualsiasi modo riconducibili a Citrigno, l’analisi dei bilanci aziendali, una copiosa documentazione bancaria, allo scopo «di documentare la sproporzione del loro valore rispetto al reddito dichiarato e appurarne la provenienza illecita». A rendere ancora più arduo il lavoro degli investigatori – è scritto nel provvedimento di sequestro – si evidenzia che «alcuni immobili, in precedenza di proprietà dei familiari di Citrigno, siano stati successivamente alienati a società pur sempre riconducibili al nucleo familiare del medesimo, e ciò nell’ambito di una fitta trama di partecipazioni societarie chiaramente finalizzate ad evitare la riconducibilità di tali beni proprio al Citrigno…». E ancora: «I componenti la famiglia di Citrigno Pietro hanno sempre dichiarato, almeno fino al 2005, redditi non elevati; tuttavia essi sono risultati possessori di beni immobili e aziende di valore oltremodo rilevante e cospicuo». Per gli investigatori, «mai dal 1981 al 2005 il nucleo familiare Citrigno ha prodotto lecitamente un reddito pari o prossimo al valore dei beni entrati nel suo patrimonio».

«POSSIBILI SVILUPPI» I particolari del sequestro effettuato questa mattina sono stati resi noti dal capo sezione della Dia di Catanzaro, Antonio Turi, e dal suo vice, il tenente colonnello, Michele Conte. Incontrando i giornalisti i due ufficiali della Direzione investigativa hanno voluto sottolineare il brillante risultato raggiunto dopo circa un anno e mezzo di indagini. Ma l`inchiesta sarebbe tutt`altro che conclusa e a breve potrebbero esserci «nuovi sviluppi». Turi ha evidenziato che «il provvedimento di sequestro è stato notificato anche alla moglie e ai figli di Citrigno, che sono titolari di alcune delle società sequestrate. Il provvedimento emesso dal tribunale di Cosenza parte dal tratteggiare la figura di Citrigno relativamente alla sua pericolosità sociale. Elemento che emerge dall`inchiesta Twister che lo ha portato ad una condanna definitiva per usura».Conte,
ha ricordato che «Citrigno è un imprenditore di un certo spessore con interessi in settori che vanno dall`edilizia, alla sanità all`editoria. La Dia ha alzato il tiro grazie al coraggio e alla dedizione degli operatori e dell`autorità giudiziaria».

Argomenti
Categorie collegate

x

x